Mestieri
cantiniereLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1943Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Ettore Malpighi racconta come ha fatto a sopravvivere alla durissima detenzione nel campo di concentramento di Sachsenausen, in Germania, dove è stato deportato alla fine del 1943. E ricorda anche chi non ce l’ha fatta.
Le malattie più diffuse nel lager erano la dissenteria, gli edemi o la febbre bubbonica, tutte malattie contagiose che attraverso i pidocchi le pulci le piattole le cimici si diffondevano rapidamente, io sono stato colpito da un edema infiammatorio al viso, un gonfiore che quasi mi chiudeva gli occhi. Il Kapò mi manda in infermeria, gli addetti all’infermeria sono tutti internati, dottore compreso, mi forniscono di pastiglie e mi dicono che non è il caso di rimanere ricoverato perché ogni due o tre giorni passa l’ambulanza e porta via tutti quelli che sono ricoverati vivi o morti e non è mai tornato nessuno, poi si seppe che queste ambulanze non erano altro che Wagon gas, camere gas volanti che raccoglievano i morti e gli inabili e li portavano ai forni crematori.
Per me credo che abbia giocato soprattutto la forma, la giovane età, il tempo e magari anche il destino, io non mi sono mai perso di coraggio, ho sempre avuto l’istinto della sopravvivenza, se mi hanno ridotto un animale devo vivere e comportarmi come un animale, pensare solo a me stesso. Chi è sopravvissuto è anche perché ha avuto la forza di ribaltare i suoi valori: devi dimenticare il tuo mondo, dimenticare la tua mamma e il tuo papà, moglie, figli e tutto quello che c’è di più caro nella tua vita, concentrare tutte le forze per la tua sopravvivenza, devi solo pensare che un giorno sarà finita e allora rientrerai nel tuo mondo. A pensare si sprecano energie inutilmente e i pensieri ti annientano, ti distruggo il fisico più del lavoro. Massimino mio compagnoni scuola che da SACHSENHAUSEN fu dirottato in un campo da lavoro a Brandenburgo non ce l’ha fatta, per disperazione e anche per coraggio non ha voluto morire per mano degli aguzzini, un mattino appena arrivato sul lavoro, si butta dentro il forno della fonderia, Massimino aveva 17 anni.
Il viaggio
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