Mestieri
tramviereLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
guerraTemi
guerraGuidarelli descrive il periodo di addestramento in Somalia all’utilizzo dei gas che il suo reparto avrebbe utilizzato contro le truppe etiopi.
Il giorno 7 febraio viene l’ordine di spostare in avanti. Le mie condizioni di salute non erano perfette, ma bensi dovette fare il mio zaino come tutti i miei camerati in spalla a marcia. Doppo qualche mezzora di marcia, in quella sabbia rovente incominciai a barcollare. Il mio ufficiale mi guardava e comosso dal mio stato, mi fa salire con tutta la mia roba su un’auto che ci proseguiva. Qualche ora di pesante marcia, sotto i raggi del sole tropicale, si raggiunge il nuovo campo. Un piccolo villaggio chiamato [Meschinagoli]. In quel [dunque] viene la perfezzione della nostra specialità chimica. Quale arma più terribile: l’arma chimica…. Morte e terrore per coloro che sono investiti dall’aria infetta. In quel villaggio fummo accampati tra due cimiteri, uno Somalo, e uno Indiano. Dalle nostre tende distavano appena pochi metri; quella gente mezza selvaggia che veniva sepolta, co una buca di pochi centimetri, co un misero cengio involtati, taluni anche senza. Quel villaggio fu dimora per noi oltre un mese, molte volte assistevamo a tale seppellimento, ma questo era nulla, di quando ci producevano, quei due cimiteri: Senza che mi prolungo, voi sapete già che terre di Africa sono in se stesse molto calorose, specialmende la terra della Somalia che he sotto il cielo tropicale, che dei giorni il calore raggiungeva, i sessanta, e anche i settanta gradi. Quelle carogne umane che erano seppellite a pochi centimetri, doppo tre ho quattro giorni, pensate voi quale profumo potevano emanare. L’aria calda e pesande impregnata con quel gasse umano, noi legionari doppo lunghe e faticose marcie, abbiamo vissuto cola per un periodo di tempo, e respirato, laria infetta di quelli due cimiteri. Solo Iddio puo sapere, come il nostro fisico, oppure, la nostra vita non era investita dal colera. Dei giorni l’acqua ci veniva a mancare, e quando veniva solo due litri a testa, la pulizzia personale era difficile farla per mancanza di acqua. Qualche pozzo che si trovava nei dintorni di propietà indigina, era sempre affollato di noi poveri soldati, benche si doveva pacare, venti centesimi a secchio. Quanti sacrifici…. Eppure tutto si sopportava con tanda rassegnazzione. Eravamo legionari la Patria richiedeva tutto anche la nostra vita. Come già ho accennato qui in questo campo si perfezzionò la nostra specialità chimica. Tutte le mattine, indossavamo le nostre maschere, per abbituarci, a portarle, quel caldo soffocante, che non si poteva respirare, eppure, per ore dovevamo indossare, quelle benedette mascare.
Il viaggio
Mestieri
tramviereLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Umberto Guidarelli
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