Mestieri
consulenteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
IndiaData di partenza
2011Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Giancarlo e la figlia Andreina viaggiano attraverso l’India nel 2011, ma i loro itinerari sono tutt’altro che turistici. Grazie all’organizzazione del Green Farm Movement visitano una scuola gestita dal movimento.
Siamo arrivati a Raghunatpally, sede della scuola St. Mary’s: il cancello era aperto sull’ampia spianata davanti alla scuola, sul cammino d’accesso ali’ ingresso della scuola ci vengono incontro due bimbette con ricchi bianchi abitini, alte come un soldo di cacio, tenendo alte in mano due ghirlande di fregi colorati e dorati che ci porgono come omaggio di benvenuto. Cí siamo abbassati al loro livello per farcele mettere al collo e !e abbiamo abbracciate per ringraziarle. Un momento veramente commovente.
Ci siamo soffermati seguire questa bella cerimonia. Il corteo si è sciolto entrando nel portico della scuola, Br. Thomas, fiero per la performance e contento per la accoglienza a noi riservata ci ha accolto calorosamente presentandoci ai suoi confratelli, alle insegnanti e alla Teacher, così chiamata per aver insegnato per anni nella scuola e sempre legata ai suoi ricordi e spesso presente. Nell’euforia generale scattiamo alcune fotografie con le ragazze e le insegnanti e Br. Thomas, primo responsabile della scuola.
Accanto a loro Sister Jamuna e due maestre in sobri ed eleganti sari e un gruppo di ragazze più grandi in lunghe vesti rosse e nastro verde in testa, ai lati del viale in fila gli allievi più piccoli nella loro divisa di scuola, calzoni chiari corti o lunghi secondo l’età, camicia sul rosso e cravatta regimental a strisce bianche e rosse e ben calzati. Avanzando verso la scuola le ragazze in rosso ci hanno accolto con aggraziate danze indiane accompagnate dal ritmo dei due grandi tamburi dei due tamburini ai lati. La scuola, un lungo edificio con un largo e lungo corridoio coperto sul fronte, sul quale si affacciano le varie aule, una grande sala per rappresentazioni collettive, le residenze di Br. Thomas e degli altri confratelli, la cucina sul fondo a sinistra, tavolo e sedie sono all’esterno nel portico, per gli ospiti due stanze a destra con arredamento essenziale, ognuna con servizio igienico in locale separato, doccia fredda sul pavimento, come ormai siamo abituati. Sulla sinistra l’edificio ha un’ala con altre aule. I servizi igienici degli alunni sono in una struttura esterna all’edificio scolastico.
C’è poi un secondo piano, le cui strutture di base erano già costruite ma con lavori ancora in fase di costruzione e finitura, come si nota dalle prime foto, ma qualche mese dopo abbiamo ricevuto una foto con la scuola finita anche al secondo piano.
La grande corte davanti alla scuola con qualche alberello è luogo di ricreazione ed anche utilizzato durante il pasto dei ragazzi seduti per terra e come deposito dei tre bus utilizzati per il trasporto degli alunni.
Fa parte del territorio della scuola anche un esteso terreno sul retro della scuola, che nelle previsioni di sviluppo, nel programma di Green Farm Movement, potrà essere utilizzato per culture agricole tradizionali del luogo e per sperimentazioni di nuove culture, nonché per strutture specifiche per una vita contadina evoluta rispetto a quella tradizionale atavica oggi esistente. Come notizie e impressioni sulla scuola ritrascrivo qui le note che ho preso sul posto: “La scuola arriva ad avere 643 alunni, nel giorno del nostro arrivo erano circa 350, in classi dalle primarie fino ai 14 anni. La mattina i tre autobus della scuola portano i bambini dai villaggi interni e li scaricano nella grande corte davanti alla scuola dove giocano e si rincorrono. Alle 8.45 i bambini vengono raggruppati sullo spiazzo per gruppi di età e secondo le classi. La maestra fa ripetere a tutti coralmente frasi sulla Madre India, su principi morali, sui doveri come cittadini e così via. Tutti i ragazzi partecipano con attenzione e compresi con spirito molto solidale. Spesso la maestra pone domande e le risposte arrivano coralmente. Alle 9 cominciano le lezioni in classi di circa 40 bambini che siedono su panche, l’insegnante ha una sedia, non ci sono tavolini né cattedra, si devono arrangiare per scrivere. Le insegnanti sono in maggioranza maestre, ma anche qualche maschio per scienze e matematica. Tutti i bambini hanno una divisa, che ogni mattina la maestra controlla se è pulita e in ordine, i bimbi con camicia e cravatta, le bimbe con vestine. Le insegnanti sono tutte in sani anche con eleganti ornamenti. Ci sono anche dei piccolini che nel pomeriggio dormono in terra su tappeti (30-40 per camerata) Ore, lezioni, obblighi e impegni sono fissati in orari, esposti nelle bacheche in corridoio. La scuola è privata, i bambini pagano una retta mensile molto modesta (120 Rs, circa 2€) circa 40 bambini più poveri sono ospitati nella scuola. Tra i più grandi (13-14 anni) vi sono i due percussionisti con grossi e pesanti tamburi appesi al collo e anche le bimbe danzatrici.
Gli insegnanti sono in numero sufficiente e ben preparati. E’ previsto l’arrivo anche di insegnanti stranieri, tra questi due italiani in materie scientifiche. Tutti i bambini durante la ricreazione mangiano seduti in terra nella corte, nel pomeriggio verso le 16h finisce la giornata scolastica e i bus riportano i bambini nei villaggi.”
Aggiungo che a ogni bambino viene dato un diario personale della scuola, col piano scolastico, che comprende molte discipline e le prescrizioni per un corretto uso della scuola, e i compiti assegnati dagli insegnanti. II diario ha nelle prime pagine indicazione di preghiere e di canti corali, seguono poi le pagine giornaliere con indicazione delle materie e spazi per note. E’ interessante notare che in calce ad ogni pagina c’è una breve nota con fotografia e attribuzioni di personaggi illustri indiani e stranieri. Questo diario, di cui ho una copia da mostrare, dovrebbe essere mensilmente firmato dai genitori, ma sono certo che ciò resta solo nelle intenzioni. Comunque è significativo che la scuola sia retta da monaci cattolici di una confraternita presente in India e che raccolga alunni di almeno 11 villaggi sparsi in un ampio territorio, di cui parlerò più a lungo dopo la visita fatta ad uno di questi.
Nei due giorni e mezzo in cuí siamo stati a Raghunatpally, abbiamo trovato il tempo per fare un rapido giro a Warangal, che è la capitale della provincia dove si trova la scuola, a circa un’ora dí distanza in macchina. Nessuno parla di questa città, come fosse una cittadina persa nella campagna, noi però abbiamo insistito per visitarla avendo letto qualcosa sulla sua esistenza. Tra l’altro oggi conta nel suo distretto circa 4 milioni di abitanti, una gran parte dei quali risiede nel centro che abbiamo visitato. La cosa non ci ha colpito, ormai ci avevamo fatto l’abitudine all’ordine di grandezza dei centri indiani.
Il viaggio
Mestieri
consulenteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
IndiaData di partenza
2011Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Giancarlo Di Palma
Narain e Sumitra
Narain e Sumitra hanno vissuto a Sesto San Giovanni, arrivati giovani sposi per un tirocinio in...
Sguardi su Bangalore
La famiglia Narain è nota a Bangalore, il padre era un ufficiale di alto rango presso...
In Kerala con Brother Thomas
Trasferimento senza traffico all'aeroporto nella mattinata di domenica. Volo per Kochi sede dell'aeroporto principale del Kerala,...