Sulle lingue di Spagna

Caro fratello nella vostra lettera vi mostravate desideroso di sapere qualche cosa di Balaguer, e la causa che mi indusse a lasciare la deliziosa Barcellona. Voglio contentarvi.
Questa città è situata alle falde di un monticello lungo la riva di un maestoso fiume sul quale l’incavalca un punto che separa la nostra casa degli altri fabricati. Questi cittadini parlano una lingua che noi altri italiani difficilmente ed a stento ne intendiamo alcuna parola. Come, mi direte, sono tanti mesi che state in Ispagna E non ancora avete apparata la lingua? Caro fratello dovete sapere che la lingua spagnola è assai diversa da quella che si parla in questa provincia di Catalogna nella quale ci troviamo noi, e di dotti vogliono che la lingua catalana non è un dialetto della spagnola, ma una lingua a sé.
Che io poi sappia parlare sufficientemente la lingua di Spagna arguitelo da questo: che il giorno di San Tom. d’Aquino ho fatto il panegirico di questo illustre Santo e dottore.
Qui tutti vestiamo da preti. Tutto qui va a carissimo prezzo; basta dire che per vestir l’abito sacerdotale (perché tutti dall’Italia partimmo vestiti da secolari) fu mestieri pagarlo più di 50 ducati per ciascun vestito. È segno questo che gli spagnoli sono molto ricchi: così è infatti.
Vi sono religiosi in Ispagna? Li hanno radicati fin dalle più profonde radici nell’ultima rivoluzione del 50, solo gli scolopi sono riconosciuti dal governo; i Gesuiti poi sono appena tollerati. Sia quel che si voglia Iddio sempre veglia a nostra difesa. […]
Caro fratello poiché i vostri affari vanno tanto bene, e voi assai lucrate con la vostra professione, perché non procurate di estinguere quei debiti che gravano sopra dei nostri fonti? Caro fratello, non vi inganno qualsivoglia aumento che ricevano i nostri, anzi per dir meglio, i vostri fondi ritornerà sempre in vostro bene. Voi lo sapete per lo spazio di 10 anni io non vi ho punto incomodato, così sarà pure per l’avvenire. Caro fratello, quell’interesse annuale che pagate ai vostri creditori potreste impiegarlo in miglior uso. Io vi parlo con sincerità e senza doppiezza.
Balaguer 19 marzo 1861