Tenda numero 3

A sera il campo era sistemato e le tende occupate dai rispettivi “inquilini”, raggruppati secondo amicizie, simpatie reciproche e opportunità. A me toccò in sorte la tenda numero 3 in via Asmara angolo corso Italia e come compagni ebbi il Pampana, impiegato, il Bernardi, idraulico e il Di Bella, un sicilianuzzo con grandi occhi neri che avrebbe lavorato nel mio settore dell’ufficio.

Quel primo giorno avemmo un’assaggio del clima difficile che ci aspettava: torrido il giorno, freddissima la notte, come è tipico di tutti i deserti.

Gli altri gruppi di lavoro avevano ultimato la sistemazione provvisoria delle mense e delle grandi tende che avrebbero ospitato gli uffici; tutto era provvisorio, esclusa la nostra tendopoli che sarebbe rimasta in piedi sino alla fine dei lavori, mentre per tutti gli altri prefabbricati, quali il Motor Pool, i magazzini per i materiali, le mense, la stazione radio, gli alloggiamenti per i militari ed i civili addetti alla conduzione dei lavori, erano attese le spedizioni effettuate dall’isola di Bahrein. Si prevedeva di terminare tutto nell’arco di un mese circa, e così infatti avvenne.