Paesi di emigrazione
AustriaData di partenza
1972Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)La famiglia Scappini arriva a Braunau, nel 1972, un viaggio dedicato al capostipite Gildo che vuole ritrovare i contadini che gli salvarono la vita nel corso della Prima guerra mondiale.
Messo a punto il nostro itinerario, la mattina del 26 luglio, a bordo di una revisionata 1100, Franco alla guida, Gildo davanti, io e Renzo seduti dietro, lasciammo al mare la nostra famiglia anch’essa sostenitrice dell’impresa, e dalla costa adriatica partimmo in direzione Brennero.
Passata la dogana, mio padre era ‘ emozionato, ma allegro come un bambino. Era ritornato nella ‘sua’ Austria, e forse quell’aria gli stava restituendo un po’ della giovinezza perduta. – Ecco, quando allora passammo il confine, era una mattinata come questa. Mi sembra quasi di rifare la stessa strada. In breve arrivammo a Innsbruck dove trovammo ad attenderci il nostro Pietro. Poiché era quasi l’ora di pranzo entrammo in una specie di self-service dove, vista la limitata varietà di vivande e la loro sconosciuta provenienza, ordinammo solo wurstel con crauti e patate. Gli inservienti al banco avevano capito che eravamo italiani e la loro ostentata scortesia non ci invogliò ad altre consumazioni. Si vedeva proprio che in quel posto non eravamo graditi. Dopo una visita d’obbligo sulla “Maria Teresa Strasse” risalimmo in macchina e riprendemmo il viaggio meta Braunau.
Ripreso il viaggio, dopo circa un’ora arrivammo a Braunau. Ci recammo subito verso il centro della città, ma già dalle prime richieste di informazioni, ci accorgemmo della scarsa disponibilità degli abitanti a darci una risposta. Solo più tardi capimmo il motivo di tale reticenza. Braunau era la città natale di Hitler, e ognuno pensava che noi stranieri fossimo dei curiosi in visita, venuti a rispolverare antiche memorie che loro cercavano di dimenticare. La collaborazione di un vigile urbano ci fu preziosa. Dalle scarse indicazioni che potevamo offrire sulla nostra meta (la poca distanza da Braunau, la presenza lungo quei terreni di un grande un fiume), egli capì che dovevamo portarci verso Mining. Il paese era costeggiato dal fiume Inn e sicuramente da quelle parti doveva essere la famiglia che cercavamo.
Seguendo quella labile indicazione, dopo 13 chilometri di aperta campagna attraversata in una giornata piena di sole, apparve l’indicazione cercata: Mining. All’ingresso del paese, alcune persone stavano uscendo dal piccolo cimitero del luogo. Tra queste, pensammo di rivolgerci al più anziano per chiedere notizie sulla famiglia Granducher. L’uomo rimase per qualche istante soprappensiero, ma scuotendo la testa fece capire che quel nome non esisteva nella zona; a sua memoria non c’era mai stato. Va subito detto che quell’indigeno aveva ragione. Il buon Gildo già da molto tempo aveva dimenticato il nome originale Gradingher, cambiandolo in Granducher. Ma solo più tardi ce ne accorgemmo Sperando di ottenere maggior successo, ci dirigemmo verso il fiume segnalato in lontananza da una lunga fila di alberi scuri ed altissimi. Scendemmo dall’auto vicino ad un ponte di ferro e ci portammo nel mezzo di questo per ammirare il panorama. L’Inn in quel punto aveva una massa d’acqua enorme, nemmeno paragonabile al nostro Tevere. Non avremmo mai immaginato, in un fiume così poco conosciuto, un aspetto tanto imponente. In una casetta lungo la riva trovammo un uomo a cui rivolgemmo le stesse domande, ma l’esito fu ancora sconfortante. Il morale non era certo elevato e Gildo, come al solito, era il più pessimista di tutti. Ma forse, dopo tanti chilometri, potevamo abbandonare quell’impresa solo per un paio di tentativi andati a vuoto? Ce n’erano ancora di prove da fare.
Il viaggio
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