Tobruck Tina

Lasciato Barce, siamo partiti verso Tobruck, dove ho avuto il battesimo del fuoco, il giorno 13 aprile, giorno di Pasqua. La sera stessa ho dovuto andare di pattuglia, e mi ricordo ancora benissimo la parola d’ordine: “Tobruck Tina”… Il 18 aprile un caro amico e paesano, Guzza Barnaba, di Valle, è morto in combattimento, dopo cinque giorni… Sono stato in tutti i capisaldi dell’accerchiamento di Tobruk, fino alla resa degli Inglesi, molti dei quali se ne andarono con le navi, perché dentro l’accerchiamento avevano sempre tenuta aperta la via del mare… però avevamo fatto trentatremila prigionieri… Presa Tobruck, con il morale alto, riprendiamo l’avanzata verso l’Egitto: passata Derna, passata Marsa Matruck, passata Solum, entriamo in territorio egiziano senza incontrare alcuna resistenza. “A questo punto, pensiamo, arriviamo al Canale di Suez e la guerra in Africa Settentrionale finita. Ma non è andata così. Gli Inglesi si erano attestati a El Alamein, e lì abbiamo preso una batosta…! Noi impreparati e loro ben preparati, nel tempo che c’è voluto per mettere a posto le postazioni di mitraglia, artiglieria e così… c’han dato una batosta! E per fortuna non sono avanzati, se no ci prendevano come tanti pulcini. Ma il loro scopo era comunque quello di darci delle perdite… Ci siamo organizzati, però occorrevano dei rinforzi, perché eravamo rimasti in pochi… Ed è arrivato un battaglione di ragazzi del ’22: i più non avevano ancora vent’anni, e perciò sono stati suddivisi per Compagnia. Fra la Compagnia in cui ero io e la quinta Compagnia del secondo Battaglione c’era il tenente Antonino La Russa. In quel periodo io avevo l’incarico del guardafili, io e un altro…