Mestieri
ingegnereLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1957Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Prosegue il viaggio di Carlo Alberto in Nord America, tra riunioni di lavoro e qualche piacevole distrazione turistica.
Il viaggio nel nuovo mondo si presentava con prospettive serie, o quasi. Avremmo partecipato alla riunione universale dei costruttori dei già citati riscaldatori, quelli che sparavano l’aria calda nei grandi ambienti. La nostra delegazione era piuttosto nutrita: uno dei titolari e signora, il figlio di un altro titolare, nonché il sottoscritto pure dotato di moglie. Gli americani ci tenevano parecchio alle presenze femminili, e così mi veniva gentilmente concesso di farmi accompagnare. Il viaggio prevedeva tre tappe fra Canada e Stati Uniti. Sbarcammo a Toronto, posta sulla sponda nord del lago Ontario (che si doveva pronunciare Ontèrio per non suscitare risate). Rapida visita alla città, ricca di grattaceli, fra i quali svettava snella una torre di 500 metri: la più alta del mondo, ci dissero. Ricordo pure una strana composizione indecifrabile fatta con migliaia di chiodi di ferro e di rame piantati in un grande pannello metallico. Venimmo quindi trasferiti, costeggiando il lago che aveva l’aspetto e i colori di un bel mare celestino, a Niagara on the Lake, graziosa cittadina allo sbocco del celebre fiume che apprendemmo essere lungo, anzi corto, poche decine di chilometri. Esso segnava il confine con gli Stati Uniti. Scoprimmo con stupore che i canadesi non sembravano nutrire molta simpatia per “quelli di là dal fiume”, definiti pure come “yankee” o semplicemente “americani”. Il luogo era ameno: non mancavano le classiche variopinte “casette in Canadà” con relativi fiori di lillà. Il maggio canadese ci offriva inoltre un verde meraviglioso che contribuiva ad accrescere la sensazione generale di ordine e di tranquillità. Prendemmo alloggio in un glorioso albergo che ostentava una targa recante l’anno di fondazione: 1882. Facemmo conoscenza con i confratelli delle varie nazionalità. Spiccavano fra tutti gli australiani dalla parlata quasi incomprensibile, sempre alla caccia di un boccale di birra: ne bevevano a litri. Insieme agli spagnoli erano degli allegri compagnoni. Mentre le signore venivano accompagnate a visitare i luoghi interessanti (le famose cascate in prima linea) noi uomini ci sorbimmo due giorni fitti di riunioni. Durante le quali saltò fuori che, statunitensi a parte, noi italiani eravamo i primi della classe per numero di apparecchi installati. Ricevemmo complimenti universali. La visita alle cascate era doverosa anche per noi: guai se non avessimo inviato la rituale cartolina da un posto come quello! Si trovavano una decina di chilometri più su: già a cinque se ne sentiva il fragore. Il precipitare dell’immane massa d’acqua osservabile da pochi metri costituiva uno spettacolo davvero impressionante. Ed ancor più la vista… dal basso. Fatti scendere lungo la ripida sponda su un trenino a cremagliera, fummo dotati di un enorme mantello impermeabile che ci arrivava ai piedi ed era provvisto di cappuccio: dopo la vestizione eravamo irriconoscibili. Avevamo l’aspetto di minatori o di marziani. Prendemmo posto su un battello che si diresse a tutta forza verso la base delle cascate e penetrò nell’enorme nube di nebbia mista ad acqua fin quando la violenza della corrente lo consentì. Ci trovavamo in un inferno di rumore e di acque ribollenti senza nulla vedere; e l’imbarcazione sembrava in balia degli elementi. Piuttosto pauroso, specie per le signore (gli uomini ostentavano una finta tranquillità). Sbarcammo con un sospiro di sollievo e con i piedi fradici, fieri comunque dell’inusitata esperienza: potevamo vantarci di aver fatto un giro “dentro le cascate”.
Il viaggio
Mestieri
ingegnereLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1957Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Carlo Alberto Bettega
In volo per Berlino
Nell'ottobre '57 convolai a giuste nozze, trascorrendo poi alcuni giorni in luna di miele sulla Costa...
A Berlino Est
Alle 16,30 con teutonica precisione, il gran capo dava l'ordine, e l'esempio, del "tutti a casa". Tornavo...
A New York
Negli anni 70 le esigenze del lavoro mi portarono a ricalcare le orme di Colombo (il...