Paesi di emigrazione
Bosnia-ErzegovinaData di partenza
1984Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
religioneTemi
religioneLa meta finale del viaggio di Brusorio, dei suoi compagni e di tutti i fedeli che si recano a Medjugorje, è il monte dove si sono verificate le prime apparizioni e le case delle veggenti, disseminate nel territorio circostante.
Il pullman ci lascia poco dopo aver superato la chiesa, a causa del percorso sempre più stretto che si snoda in mezzo alla campagna. Non prendiamo nulla con noi, e con la nostra voglia di andare ci incamminiamo a gruppetti verso la frazione di Bijakovici di poco distante; lì sono nati tutti i veggenti. L’altura che ci sita di fronte è detta Crnica ma la gente preferisce chiamarla col nome Podbro che vuoi dire ‘ai piedi della collina’. Infatti l’ampio pendio collinare si unisce alla montagna più alta, dove una grande croce di cemento si confonde con l’azzurro del cielo. Le case stanno accovacciate in basso. Sono poche costruzioni, una accanto all’altra e fiancheggiano la piccola strada asfaltata che va a raggiungere il paese di Medjugorje non molto lontano. Riassettate, pulite, mostrano una facciata decorosa. Subito dietro, i cortili nascondono arnesi da lavoro, pollai e stabbi, e dicono la modestia di un lavoro contadino nel ritmo abituale e metodico di ogni giorno. A ridosso di vecchi muri e affiancati l’uno all’altro, i filari di foglie di tabacco aspettano di appassire e rinsecchire, di ru-bare adagio il colore della terra. Un gruppetto di noi si ferma ad una casa vicino alla strada. L’uomo che la sera prima mi aveva parlato dei suoi figlioli e della finestra, ora confronta le proprie foto con quella casa che gli sta di fronte. Non ci sono dubbi, è l’abitazione di Vicka. La porta è aperta, non esce nessuno. C’è un riguardo in tutti noi di non disturbare, ma c’è anche il desiderio di farle soltanto un saluto, e da parte di quell’uomo, di consegnarle le foto. Arriva la nostra suora che vediamo ora come una chiave per tutte le porte. Dopo un po’ esce la mamma di Vicka, timorosa e affabile. -La ragazza è andata a Mostar e non sa quando tornerà- dice la suora traducendo le parole della donna alla quale vengono consegnate le fotografie. Le guarda con piacere e ride ad ogni immagine. Fa cenno di ricordarsi bene di quei simpatici ragazzi italiani. Nel cortile della casa di fronte un gruppo familiare sta infilando numerose foglie di tabacco ancora verdi; i bambini giocano, vedo una ragazza di 16 anni e mi è inevitabile farmi carico dei possibili pensieri di quest’altra mamma. La gente, ora, è per Vicka, i passanti si fermano a cercare lei. E’ lei che la Madonna ha scelto, mentre sua figlia, di poco minore, vive una vita normale. Ora esce una ragazza da una porta della casa di Vicka, ed entra velocemente in un’altra. Il mio pensiero si trasferisce su di lei nella sua possibile domanda: “perché mia sorella e non io”. E sarà stata la stessa mamma a domandarsi il perché di una figlia piuttosto dell’altra.
Il viaggio
Paesi di emigrazione
Bosnia-ErzegovinaData di partenza
1984Periodo storico
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