Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
SloveniaData di partenza
1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Prosegue il girovagare di Eletta nelle città principali della Jugoslavia nel secondo dopoguerra. I suoi ricordi restituiscono uno spaccato interessante della vita dell’epoca, tra le difficoltà di attraversare i confini e la percezione, a volte latente e a volte esplicita, delle tensioni politiche tra i Paesi confinanti.
Mia sorella, suo marito e la figlia Mayla, io e mamma andammo in villeggiatura in Slovenia; un giorno decidemmo di visitare Zagabria così lasciammo mamma e la bimba che iniziava a fare i primi passi con gli zii Plisic e prendemmo il treno che andava ancora a carbone per cui arrivammo tutti sporchi di fuliggine. Si andò all’albergo Esplanade di prima categoria e…trascorremmo una notte insonne a causa delle cimici che non davano tregua. Le cimici sono quei cari animaletti piccoli di colore rosso che vivono succhiando sangue umano! Ritornati al paese finimmo le ferie, io rimasi a Lubiana e una sera Eletta mi condusse a ballare al Neboticni il grattacielo della città. Adocchiai un bel ragazzo alto e quando suonarono un tango sperai mi invitasse a ballare, e così fu. E’ stato un colpo di fulmine giovanile, passammo le giornate assieme a chiacchierare, m’invitò a fare una gita in macchina al lago di Blehd e Bohini sotto il monte Tricorno, paesaggi stupendi, boschi, alberi, fiori e monti: ero al settimo cielo. In quel periodo non ci si approfittava di una ragazza e credetemi era tutto assolutamente innocente. Alla mia partenza ci scambiammo i numeri telefonici dei rispettivi uffici. Tornata a Trieste non si fece vivo, gli telefonai ma non lo trovai. Mi chiamò dopo anni dicendomi che era all’estero (ma l’avevano imprigionato per motivi politici poiché aveva criticato qualcuno o qualcosa) e mi chiese di sposarlo non avendomi mai dimenticata. Nel frattempo io mi ero fidanzata ma ero molto curiosa di sapere cosa fosse successo e con la scusa del periodo natalizio presi una vacanza e andai a Lubiana sempre ospite della stessa famiglia. Quando lo vidi era un po’ ingrassato e non mi piaceva più. Mi ricordo che era una serata con 25 gradi sotto zero: tanto freddo fuori e…tanto freddo nel cuore. Partii dopo due giorni e la corriera che mi portava a casa s’impantanò nella neve; per fortuna avevo calzoni e maglioni caldi perché dovemmo tutti scendere e spingere.
Con mia sorella, suo marito, un giornalista che si chiamava Aldo e il direttore di un giornale sloveno chiamato Lucio, qualche volta anche Claudio Tonel che poi divenne consigliere comunale, si andava a ballare in una sala vicino all’albergo “Excelsior”. Ricordo l’invidia benevola nel vedere le signore con pellicce e abiti lunghi entrare nell’albergo, ma allora il mio stipendio non mi permetteva lussi del genere. Lì conobbi due persone slave che mio cognato battezzò come l’Aurencic e Zanfancic: diventammo tutti amici e mi invitarono ad andare in macchina a Lubiana; ero sprovvista del lasciapassare ma loro mi dissero di non preoccuparmi, infatti al confine mostrarono una tessera e allora i soldati si misero sull’attenti e a me non chiesero niente. Ebbi il sospetto che fossero dell’Ozna (polizia segreta) poiché in seguito, sapendo che ero impiegata in un’impresa di costruzioni con operai dell’ex zona B, mi mostrarono foto di alcune persone per sapere se le riconoscevo come lavoratori di quella ditta.
Il viaggio
Mestieri
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