Mestieri
medicoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
IndiaData di partenza
1977Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Sergio e Laura, viaggiatori zaino in spalla verso l’India, al pari di migliaia di altri giovani europei negli anni Settanta, sono alle prese con una crisi di coppia.
Anche a Baroda però ci siamo fermati poco e da lì il posto dove andammo era Daman, una delle colonie portoghesi dell’India. A Daman prendemmo asilo in un albergo nelle vicinanze del mare e in questa città scoppiò forse la peggior crisi da quando era iniziato il viaggio, fra noi. Scoppiò tardi, nella notte, dopo aver passato tutta la giornata a girare per questo posto curioso, perché Daman è in India ma non sembra di stare in India, per via di tutti i segni della colonizzazione portoghese, non solo architettonici ma anche animali (per esempio è stata la prima volta che abbiamo visto dei maiali in India). Di curioso a Daman ricordo gli autobus, i quali erano tutti con i finestrini senza vetri ma in compenso, se ci fossimo trovati sotto una pioggia monsonica (e il periodo si stava avvicinando), c’era la possibilità di tirar giù da ambedue le parti del pullman come un grosso telone che copriva lo spazio vuoto dei finestrini. Una trovata così ingegnosa non l’avevo mai vista.
Comunque, dicevo, quella notte fra noi scoppiò una grave crisi. Non avevamo più intenzione di viaggiare insieme e questo ce lo dicemmo a chiare note; solo che Laura aveva paura a continuare il viaggio da sola o quanto meno non sarebbe voluta nemmeno tornare in Italia. I soldi c’erano, la possibilità di dividerceli anche, ma in qualche modo questa crisi rientrò, dopo un’intera notte passata a camminare come fantasmi per le strade deserte di Damam, decidemmo di continuare a viaggiare di nuovo insieme.
Già, i soldi, l’ossessione di tutti noi che invece sbandieravamo sicurezza e voglia di esperienze vuoi d’avventura, vuoi mistiche. Questo era un problema che assillava noi come tutti gli altri viaggiatori che abbiamo incontrato per la strada.
Per questo fottuto motivo andando verso Bombay, mettemmo in atto un piano, un trucco che era abbastanza comune e diffuso fra la gente che viaggiava come noi a quei tempi: cioè raddoppiare i travel cheques. Come si faceva: semplicemente andavamo alla stazione di polizia più vicina dichiarando lo smarrimento del passaporto e dei travel cheques; con questa dichiarazione ci facevamo rifare dal Consolato o dall’Ambasciata Italiana un nuovo passaporto e ci facevamo rendere dalla banca con cui avevamo stipulato il contratto, i travel cheques, appunto. Così avevamo in mano un passaporto dichiarato smarrito e dei travel cheques, dichiarati smarriti; un nuovo passaporto e dei nuovi travel cheques. Si trattava di cambiare con il vecchio passaporto (quello dichiarato smarrito) i travel cheques dichiarati smarriti e con il nuovo passaporto i nuovi travel cheques che ci erano stati riconsegnati. Questa era una trucca, come si usava dire allora, abbastanza comune tra i viaggiatori di quell’epoca.
Mettemmo in atto questo progetto sul treno che ci portava a Bombay, devo dire con una notevole presenza scenica. Laura all’interno dello stesso treno cominciò ad agitarsi e a dire che le era stata rubata la borsa. Una volta scesi dal treno, con una serie di testimoni che potevano avvalorare le nostre parole, andammo alla stazione di polizia della stazione ferroviaria di Bombay. Con questa dichiarazione poi al consolato italiano di Bombay per il passaporto e in seguito non ricordo più a quale banca, per farci rendere i travel cheques dichiarati smarriti.
Per il nuovo passaporto avevamo bisogno di una fototessera, perciò siamo andati da un fotografo. Mentre lui metteva in posa Laura e sistemava le luci parlavamo di religione, di Dio. Era un argomento che in quei giorni ci prendeva molto. Il risultato fu che ci mise totalmente a nostro agio e si vide dalla foto che ne risultò: Laura non era mai stata così bella, aveva negli occhi una luce, una luce che non avevo mai visto. Un altro piccolo miracolo indiano.
Finalmente espletato questo escamotage, che ci faceva tanto grandi viaggiatori e che poi ci dava anche la possibilità di continuare più a lungo il nostro viaggio, potevamo goderci Bombay. Insomma, per quanto si possa godere Bombay, che è una megalopoli dal traffico infernale, dai contrasti più incredibili fra ricchezza e povertà che si possano immaginare
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