Mestieri
avvocato, cantanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1896Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Nel 1898 Franco Mannucci, ormai affermato cantante lirico, varca per la prima volta i confini nazionali dell’Italia di allora: si reca a Trieste, ai tempi in territorio austro-ungarico, per esibirsi.
Non avevo mai varcato i confini d’Italia e mi recavo all’Estero con grande curiosità.
Fu però anche grande la mia sorpresa quando, arrivato a Trieste, mi trovai in una città italianissima per usi, costumi e quasi anche per la lingua. Ho detto “quasi”, perché quella specie di dialetto veneziano assai corrotto che si parla comunemente a Trieste, non può certo venir gabellato per lingua italiana; e nemmeno può dirsi tale quella specie d’italiano, o meglio, di dialetto italianizzato che si parla nelle classi distinte.
Debuttai colla Lucrezia Borgia, colla soprano de-Macchi ed il basso Contini, ambedue ormai defunti. L’opera doveva servire come un ripiego per lasciare il tempo di provare convenientemente il Mefistofele; ma invece incontrò tanto il favore del pubblico da tenere il cartellone per ben 13 sere su 24 di stagione, con teatro costantemente esaurito.
Andammo poi in scena col Mefistofele ed un secondo grande successo venne a rallegrare i buoni impresari Sforza e Maraspin, i quali non avrebbero certo mai sperato di guadagnare tanto denaro in quella stagione. Molto più che noi eravamo alla Fenice, ed al Politeama Rossetti (teatro molto più bello e vasto) avevano montato un’altra grande stagione d’opera per disturbare la nostra.
Siccome a Trieste non possono vivere contemporaneamente due spettacoli d’opera e la stagione del Politeama, a base di Aida e Ballo in maschera si presentava assai attraente, doveva rimanere distrutta finanziariamente quella della Fenice.
Ma questa volta però i famosi pifferi di montagna rimasero magnificamente suonati… al Politeama.
Non posso tacere una curiosa prerogativa di Trieste. Le ragazze o, come le chiamano colà, le mule, vanno pazze per gli artisti in particolare: dico “in particolare” perché vanno poi pazze per gli uomini in generale. Esse senza tanti complimenti ed infischiandosi delle convenienze sociali, scrivono per le prime dei bigliettini amorosi e danno appuntamenti.
È ben raro il caso che passi un giorno senza che la Posta vi recapiti almeno uno di questi bigliettini.
O bontà di cuore delle mule triestine!!
Il viaggio
Mestieri
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