Mestieri
contadino, operaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
AustraliaData di partenza
1960Data di ritorno
1962Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Le feste natalizie, quando le famiglie si ricongiungono, sono una spina nel cuore di Antonio.
24 dicembre 1960 ora Australiana ore 15 pomeridiane
Sono tornato proprio in questo momento dal lavoro, a casa non cè nessuno mia sorella e famiglia combreso mio fratello sono andati a far visita al nostro paesano Amedeo Manzo, dopo di che tutti assieme andranno alla messa di Mezzanotte, io non sono con loro perché come già detto avendo dovuto lavorare dal pomeriggio alle 11,20 di notte non mi è stato possibile accompagnarmi a loro.
Il viaggio di ritorno dalla Steel Work a Warrawong mi ha fatto notare che effettivamente è Natale, le vie piene di gente, le case tutte illuminate e attraverso le finestre non più alte di un metro e mezzo dal piano terra vi si notavano persone allegre e festante intorno a dei tavoli con numerose bottiglie vuote e piene di bitta, radio grammofoni strillanti canzoni di diverse nazionalità, a seconda a quale nazione appartiene la famiglia che vi abita in essa.
Da dove stò scrivendo io, cioè dalla casa dove abito sento un gran baccano, sono i miei paesani i quali al pari e forse di più degli altri, gozzovigliano allegramente, forse un po’ ubriachi intorno a una radio grammofono alternato a canzoni italiane, anche il bello e suggestivo inno Tu scendi dalle Stelle.
Tutti si divertono, almeno tentano di divertirsi, il solo in questa notte di mistero sono qui a rimembrare come è triste di stare uniti in quello affetto intimo e dolce della propria casa con i miei bambini raggianti di felicità per questa festa di Amore e di felicità famigliare. Non ho che il ricordo, e di quel ricordo mi sazio. […]
Sono qui in Australia lontano da ogni affetto più caro, e nella mia mente ritornano i ricordi di altri Natali passati lontano dalla mia Patria e dagli affetti della mamma, del babbo, e dei fratelli e sorelle, ricordo quando in Albania sul fronte la notte di Natale fra i pericoli di perdere anche la vita ero triste si, ma forse meno che ora. Allora ero giovane, tanti assilli non avevo, e non concepivo appieno quello che può sentire un padre lontano dai propri figli, e ora giustifico quelli che avevano lasciato una famiglia e per essa ho visto piangere come può piangere chi senti in particolari giorni la loro mancanza.
Né mi può essere di aiuto ciò che ho trovato in Australia. Sono giunto in un momento di crisi di lavoro ora sono in un brutto posto dove non esagero se dico che il lavoro di cui la mala sorte mi ha fatto trovare è disumano. Non solo è pericolo, caldo, e anche pesante.
Si stà a condatto con il ferro liquefatto, per cui in otto ore non si ha momento di sosta, tra una colata e l’altra si debbono preparare le caldaie per le successive colate, e spesso pur avendo il diritto di andare due volte in otto ore di lavoro effettivo a mangiare, o alla cap. ti. come si dice qui non si ci va neanche una volta, così il lavoro diventa di nove e non di otto ore. […]
In questa notte chiedo al Bambino Gesù la sua Benedizione e la grazia di appagare questo mio desiderio a Lui e soltanto a Lui la fiducia e la speranza.
Il viaggio
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