Mestieri
libera professionistaLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
MaliData di partenza
1979Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Continua il viaggio di Clementina Forconi in Mali
Sevaré – Mopti Franco mi presta una camicia, dato che di Andrea, della land e del bagaglio non si hanno notizie. Marcello e Fabio avrebbero dovuto andare questa mattina presto a cercarla: ma alle 7 non sono ancora svegli. Sarà l’altro Marcello (Vida) a svegliarli e a spedirli alla ricerca dell’auto. Certo avrebbero preferito dormire, dato che ieri sera sono rimasti (insieme con Carla e Leandro) alzati fino oltre all’una a bere e chiacchierare. Con due taxi (uno dei quali ci è stato mandato da Marcello) andiamo a visitare Mopti. E’ molto bella, ma meno di Dienné. Andiamo al mercato e alcuni di noi acquistano delle belle coperte bianche e nere; poi prendiamo una piroga ed andiamo a visitare una piccola isola abitata da pescatori. Lungo la riva del fiume decine di donne lavano la biancheria: è uno spettacolo bellissimo, pieno di colore. Il sole è caldo, ma non troppo, la mattinata trascorre molto piacevolmente. Il villaggio di pescatori è qualcosa al di fuori del tempo: non voglio dire che sia bello perché non vi è nulla di bello, soltanto miseria; ma non posso dire che sia brutto: è soltanto terribilmente lontano da noi. E’ pieno di bambini: quando sono molto piccoli sono splendidi, poi, sui tre-quattro anni, le malattie cominciano a farsi vedere. Torniamo a Mopti e ci fermiamo a mangiare in una piccola bettola piena di turisti: dopo una lunga attesa ci portano un ottimo pasto (è ottimo veramente o è tanta la fame?). In teoria dovremmo ripartire verso le 16. Ci mettiamo in strada con la macchina di Macello, che poi tornerà a riprendere quelli che ora sono rimasti, e che in teoria dovrebbe essere stata riparata: dopo sessanta metri lo sterzo fa lo stesso gioco di prima. Ritorniamo dal meccanico: pare che il guasto non fosse quello dello sterzo, ma un altro. Dopo oltre un’ora di attesa prendiamo un taxi, a nostre spese, e torniamo a Sevaré. Qui per lo meno c’è una buona notizia: è arrivato il bagaglio. La cena è buona, siamo un po’ rincuorati, di nuovo tutti insieme (anche se con una land e il camion appoggio rotti), domani dovremmo andare ai Dogon. La mia impressione comunque è che siamo in mano a degli irresponsabili che Giocano a fare gli esploratori, senza alcun interesse per ciò che debbono fare e per le persone che sono state affidate (sic) loro.
Mercoledì 31 dicembre. In teoria dovremmo partire al mattino presto: abbiamo tutti i nostri bagagli (bagaglio leggero questa volta, solo il sacco a pelo e un cambio) pronti e ci sediamo nella hall del campement ad aspettare. La situazione dei mezzi è la seguente: due land che funzionano (come dio vuole e non si sa fino a quando), una land bloccata a qualche chilometro da Sevaré, il camion bloccato non si sa bene dove. Finalmente le nostre guide (si fa sempre per dire, perché ormai sospetto che siamo noi a portarci dietro loro, e non il contrario) hanno capito, dopo aver forato sei volte, che forse c’è qualcosa che non va nel copertone. Speriamo che riescano a fare qualcosa, dato che pare che le nostre speranze di sopravvivenza, e di proseguire il viaggio, siano legate a questo stramaledetto camion. A mezzogiorno siamo ancora in hotel ad attendere; Leandro è partito con Fabio per vedere cosa sta succedendo. Ho una gran fame e ordino dei panini, e sarà tutto il nostro pranzo. Verso le 14 Leandro torna e ci porta le sospirate notizie; alle 15 partiamo con due auto sopravvissute ed un taxi locale, per il paese di Songo, dove pare ci siano pitture rupestri. Domani poi torneremo qui a riprendere la terza auto, semprechè sia stata riparata, per andare alla falaise. La strada per Songo è breve e buona, per lo standard locale. Le pitture sono una mezza fregatura, probabilmente rifatte da poco tempo.
Il viaggio
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