Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
10.1936Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
amoreTemi
amoreGian Paolo, dodici anni, vive in Cina da qualche mese. Il padre lavora per una società italiana che ha una sede a Nanchang. Un pomeriggio gli accade di fare uno di quegli incontri che segnano per sempre.
Non ricordo neppure esattamente come avvenne; ricordo soltanto che un giorno, era di pomeriggio, nella villa abitata da nostri conoscenti, dove noi ci trovavamo in visita in quel momento, venne una coppia di cinesi, molto per bene ed abbastanza giovani; era con loro una fanciulla; era alta, sottile, vestiva una corta tunica bianca, con le maniche corte ed il colletto alto allacciato alla russa, ed un paio di pantaloni neri che, secondo l’usanza, le lasciavano scoperte le caviglie nelle bianche calze di cotone e i piedi normali, per fortuna non deformati dalla barbara usanza delle fasce.
Ma ciò che più mi colpì fu il suo viso d’un bel colore avorio, leggermente ambrato alle gote, che trovai subito bellissimo: gli occhi neri, particolarmente grandi per una cinese, a mandorla, illuminavano l’ovale del viso che mi apparve perfetto; il naso piccolo e regolare ma non schiacciato, gli zigomi un po’ alti e, sotto, una bocca ben fatta, oggi direi seducente, dalle labbra piene e ben disegnate; il mento di una bella forma triangolare, né piccolo né grande, era proporzionato all’insieme del viso. Completava il quadro una massa di capelli neri, lucenti, dai riflessi quasi bluastri, tagliati alla paggio, si direbbe oggi, ed una frangetta che in parte le ricopriva la fronte.
Rimanemmo soli e vicini nel giardino, seduti l’uno accanto all’altra su un divano di giunco; ci scambiammo poche parole in inglese; lei sorrideva con grazia, dolcemente, e mi guardava un po’ di sottecchi perché io, guardandola, arrossivo; non so se fosse consapevole del mio turbamento, ma certamente io ero confuso e impacciato al punto da non ricordare quasi più nulla della sua lingua che, anche se non mia, mi consentiva di comunicare con gli altri con una certa facilità.
Ci furono lunghi silenzi fra noi, ma quello che sentii e provai e vissi in quei brevi momenti mi rimase dentro per sempre.
Molti anni passarono da quel giorno, avvenimenti terribili e tragici sconvolsero il mondo e quando tutto fu passato nulla era più come prima; ma fu in Italia, nella mia città, quando, dopo tutti quegli eventi, la mia vita riprese il suo corso regolare, che io rividi quella fanciulla: non era più lei, naturalmente, era una donna, ma aveva la stessa figura alta e snella, gli stessi occhi grandi, scuri, profondi e luminosi, anche se non a mandorla, i lineamenti forti e dolci ad un tempo nel viso color avorio e la bocca bellissima, aveva gli stessi capelli neri e lucenti tagliati alla paggio, con la scriminatura nel mezzo del capo e la frangetta che le copriva in parte la fronte; me ne innamorai subito e qualche anno dopo la sposai…! Ma questa è un’altra storia e, forse, la racconterò più avanti.
Il viaggio
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