Mestieri
tornitoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1956Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Beniamino è con la moglie, a Wald. Lei è già impiegata in una fabbrica tessile; lui, il giorno dopo l’arrivo, si mette a cercare lavoro nel paese e nei dintorni.
[…] il padrone mentre noi parlavamo si era messo a guardare dei pezzi che venivano giù di una macchina automatica, poi si avicina a me e mi fa vedere tutte le operazioni che ci venivano fate in seguito, per poi essere montati su quei cilindri che quell’altro montava fuori all’altro reparto, io guardavo e pensavo se mi fa vedere tutto con così attenzione penso mi prenderà, mi mostrò una macchina dopo laltra e mi chiedeva se la conoscevo, io rispondevo di no, ma poi in fondo ala fine della fabrica cerca un grande tornio con un uomo anziano che si lavorava io apena lo vidi, pensai che quelo non mi era nuovo, infati io avevo il mio padrino che mi aveva cresimato che faceva l’armaiolo, lui faceva i fucili nuovi, e poi li riparava anche, era lunico della città, lui mi fa, questo molto vecchio americano, ma sempre buono mascina, io lo spiegai ala meglio che quelo lo conoscevo, ma lui aveva capito pocco di quanto ci dissi io, ma quando andamo di fuori ce lo feci spiegare da quelo che sapeva parlare Italiano, alora lui disse bene, bene, poi mi fece dire dalo stesso che aiutò a tradurre se volevo andare a lavorare li lui mi poteva prendere, ma mi disse qua non grande paga, io non grande industriale, alora pocchi soldi, io ci dissi che ero venuto adesso dall’Italia e avevo molto bisogno di lavorare, e che mi acontentavo di quelo che mi dava, alora lui mi disse di portare il passaporto che mi chiedeva un permesso per lavoro è che ci voleva circa quindici giorni prima che arivasse, io il passaporto lo avevo in tasca e ce lo diedi, poi mi fece accomodare nel suo uficio è scrisse la domanda per il permesso, poi mi disse portare lei stesso in comune così subito partire per polizia a Zurigo, quando tornare lei venire a lavorare, mi disse che mi dava due franchi all’ora, e che si facevano nove ore al giorno, ma quando cera lavoro potevo fare anche dieci, io ci dissi va bene, poi ci dissi ma perché non mi fa incominciare subito a lavorare, poi lui mi riporta nella fabrica e mi fa spiegare da quell’altro, che era proibito senza il permesso, è io ci dissi lei provare, dire che io devo provare il lavoro, poi se viene qualcuno sto a casa ad’aspettare, poi disse qualcosa con quell’altro e mi dissero di andare domatina verso le nove a lavorare quando veniva lui, che mi faceva vedere come si faceva funzionare la macchina che mi avrebe messo a lavorare, e io felice salutai e rientrai a casa, ad’aspettare mia moglie, per dirle che dopo quatro giorni di Svizzera senza lettere di raccomandazioni, senza telefonate da parte di alti prelati, senza l’intervento del sindaco del paese è senza lettere del convento dove mia zia dedicava la sua vita a Dio, avevo trovato un lavoro, un lavoro trovato con le semplici parole che si sapevano, e con laiuto è i gesti delle mani.
Il viaggio
Mestieri
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SvizzeraData di partenza
1956Periodo storico
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