Mestieri
operaiaLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1958Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Dal divorzio ai supermercati, ad Antonia, giovane emigrata italiana nella Svizzera degli anni ’50, tutto sembra incredibilmente diverso dalle leggi che regolano la vita nel piccolo paese della provincia vicentina da cui proviene.
Avevamo fatto delle amicizie e incominciai a capire la lingua e a pronunciare qualche parola. Qualche volta chiamavano mio marito a giocare a calcio con gli svizzeri, lui era il portiere. Dalle nostre famiglie avevamo spesso notizie e andavamo in Italia in vacanza una volta all’anno, ed era festa grande tutti i giorni. Quando arrivava l’ora di ripartire era sempre molto triste, la famiglia per noi era il fulcro di tutta la nostra esistenza e sognavamo anche noi di avere la nostra con dei bambini, per tramandare le basi sulla quale si ergeva. Già prima del 1958 gli svizzeri avevano scoperto il divorzio, un mezzo efficace quanto deleterio per rovinare la famiglia e i figli. Ascoltavamo esterrefatti i commenti di chi aveva vissuto questa esperienza ( io pensavo che brutto paese è questo) hanno tutto ma perdono il meglio, mai avrei pensato allora che anche qui da noi sarebbe dilagata questa piaga silenziosa e avvilente. Ricordo ancora l’esistenza di certe cose come per esempio un semplice supermercato che per noi era motivo di curiosità. Era situato in centro città, in un maestoso palazzo a tre piani, all’interno trovavamo di tutto: al piano terra c’era una grande varietà di generi alimentari (frutta, verdura, cioccolata dì ogni tipo anche da un chilogrammo con nocciole intere, un’infinità di cioccolatini che facevano proprio gola), al piano superiore c’erano tutte le cose per la casa (piatti, pentole, tazze, tovaglie, canovacci etc..), al secondo piano biancheria intima e vestiti in un ambiente luminoso con grandi specchi, al terzo piano c’erano un ristorante e una discoteca. Noi che dal nostro paese di campagna dove esistevano solo le piccole botteghe dei casolini, una stanza che conteneva di tutto dal semplice sapone per lavare il bucato, lo zucchero, la farina, il sale etc. il supermercato svizzero era per noi come un luna-park, con tante luci fluorescenti per attirare l’attenzione dei clienti che presi da tanto ben di Dio compravano di tutto e di più, non come noi emigranti che consideravamo i soldi come l’unico mezzo per costruirci un avvenire e che quindi cercavamo di non sprecarli.
Il viaggio
Mestieri
operaiaLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
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1958Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Antonia Morbin
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