Mestieri
musicista, fotografo, documentaristaLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
Afghanistan, India, AustraliaData di partenza
1967Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Raffaele Favero, un ragazzo degli anni ‘60, è in viaggio verso Oriente. Dai messaggi che spedisce a casa, si capisce che sta affrontando un percorso in condizioni estreme, come del resto impone l’itinerario impervio che ha scelto di percorrere con un mezzo proprio.
Teheran (Persia)
circa il 4 novembre
Carissimi genitori e sorella,
finalmente vi scrivo e questa volta ho molto da raccontarvi.
Come avrete notato l’itinerario della via verso le indie ha subito un profondo cambiamento.
Da qui il viaggio diventa più difficile: la Turchia è tutta montagnosa e da Ankara il poi le strade sono piuttosto brutte. Pur guidando tutto il giorno riesco a percorrere solo 300 km al giorno. Pioggia e freddo: di notte si dorme poco per il gran freddo (-8 °C di notte) e per il rumore dei carri armati. I turchi sono piuttosto militaristi.
Ad ogni modo il paesaggio è bellissimo, specialmente sul Mar Nero. A Trabzon ho fatto anche il bagno sfruttando un pomeriggio di bel sole).
A Erzurum riusciamo ad avere i visti di transito per l’Iran, cosicché dopo 2 giorni siamo al confine. Il paesaggio s’allarga, diventa più propriamente asiatico, la gente va in giro in costume, le strade più deserte, il sole si fa finalmente vedere, anche se dalle 16.30 alle 7.30 il freddo è AGGHIACCIANTE. Ci sono i cammelli, le rovine di antichissime città dei Sumeri, Medi Parti, ittiti (ho visito Hattusaz).
Kabul, Novembre
Cari genitori, finalmente sono arrivato a Kabul, Afghanistan. Avete ricevuto la mia lettera de Teheran?
Dopo Teheran il mio viaggio è stato molto difficile poiché nel mezzo del deserto iraniano la macchina si rompe: i 2 giunti cardanici anteriori, assi – e nei paesi vicini non c’è meccanico capace di aggiustarla. Bisognerebbe trainarla fino a Teheran. Troppi soldi. Decisi di abbandonare la macchina.
Così in autostop, solo, al freddo, sono riuscito ad arrivare a Kabul.
Il viaggio
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