Mestieri
ristoratriceLivello di scolarizzazione
licenza scuola media superiorePaesi di emigrazione
EritreaData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Il ristorante è stato costruito, e l’infrastruttura che è nata intorno agli occhi della piccola Alda appare grande come un villaggio. Tutto è pronto per l’apertura dell’attività della famiglia Brunelli in Eritrea. Alda e il fratello, intanto, si godono gli spazi di libertà che concede loro quell’angolo di Africa.
Così, piano piano, prese vita il sogno del mio babbo: quando io vi giunsi, nei 1939, tutto era completato. Quello che si presentò alla mia vista era quasi un villaggio, che si stendeva dal piazzale sulla strada, fino alla sommità della collina. in primo piano, la costruzione del ristorante, bassa, lunga, con il tetto molto spiovente per, ripararsi dai raggi del sole, muri perimetrali dell’altezza di poco più di un metro, completati da mush-arabie in legno che lasciavano circolare l’aria; sul retro le Cucine, i frigoriferi e i servizi. A lato del ristorante, ma arretrato sul lato sinistro, un agglomerato di costruzioni che comprendeva il forno per cuocere il pane, il magazzino per le derrate alimentari, l’officina con il gruppo elettrogeno che provvedeva all’elettricità di tutto il complesso, più indietro le baracche con gli alloggi per il personale eritreo ed i relativi servizi igienici. Ancora più indietro, c’erano gli orti e il pollaio dove viveva una rumorosa colonia dì faraone nate in cattività e quindi quasi domestiche. Alla destra del ristorante, invece, ci era un grande sicomoro che ombreggiava una piattaforma dove si poteva cenare e qualche volta anche ballare. Appena un po’ più in alto, una casetta, sovrastante una delle cisterne, dove erano alloggiati i dipendenti italiani, cioè i cuochi, gli autisti, il fornaio. Alle spalle dei ristorante, un pendio in leggera salita portava a due graziose villette, incorniciate da alberi di papaie: una era la nostra abitazione, l’altra poteva accogliere qualche amico o parente che fosse venuto a trovarci. Anche qui c’era un’altra cisterna sotterranea per l’acqua. Queste due costruzioni chiudevano l’arco panoramico del villaggio; dietro di loro il terreno iniziava a discendere, con un gran prato che giungeva ad un bosco di acacie e sicomori. Qui iniziava il nostro regno, mio e di mio fratello; questo era il territorio delle nostre scoperte, delle nostre avventure, dei nostri sogni. Poiché la zona era tranquilla e sicura, e soprattutto perché gli indigeni dei dintorni ci conoscevano e ci volevano bene, avevamo il permesso di avventurarci e di camminare a lungo sotto questi alberi. Mio fratello aveva una piccola carabina, io portavo a tracolla una borraccia e qualche panino, e così equipaggiati ci sentivamo pronti ad ogni genere di incontro, degni emuli di Cino e Franco, gli eroi dei nostri fumetti.
Il viaggio
Mestieri
ristoratriceLivello di scolarizzazione
licenza scuola media superiorePaesi di emigrazione
EritreaData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Alda Brunelli
Il ristorante
Quando mio padre ottenne l’autorizzazione a costruire un ristorante sulla camionale che univa Massaua all’Asmara, gli...
Cisterne per l’acqua
Già, l'autobotte. Questo fu il problema principale e a prima vista insormontabile, che si dovette affrontare....
Tagliatelle e piadine
Il locale non chiudeva mai, non avrebbe potuto, anche volendo, poiché non esistevano porte. Vi si...
Il Duca d’Aosta e Italo Balbo
I clienti del ristorante erano in prevalenza camionisti che viaggiavano da Massaua ad Asmara, facendo tappa...