Mestieri
artigianoLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1948Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)È il 1948, Cesare Conti – decoratore di stucchi – parte dall’Italia alla volta dell’Argentina, uno dei tanti che emigrano nel dopoguerra lasciando a casa la propria famiglia nella speranza di poter mandare in Italia rimesse in denaro.
14 Ott.
Ci siamo alzati circa le ore 7 e cosi con mio fratello ci siamo riuniti ai compagni e date istruzioni sul daffarsi siamo andati nei vari uffici per le ultime pratiche per l’imbarco un bel pranzo e alla sera siamo entrati nel porto per osservare i bagagli i quali devono essere caricati nella stiva e infine abbiamo i nostri a mano stivati su la panchina intanto l’ora si fa tarda e il piroscafo non si vede intanto converso con mio Fratello e passa il tempo scorgiamo il piroscafo che arriva e tutta la manovra viene fatta in poco tempo infatti alle 4 incomincia la manovra d’imbarco e in poco tempo tutti i bagagli sono caricati nel tempo facciamo uno spuntino al Bar entro il Porto poco dopo imbarchiamo e prendiamo posto sul piroscafo “Basil” molto grande in una gabina in posizione favorevole poco dopo scendo in panchina mi godo gli ultimi quarti d’ora con mio Fratello parlando di tante cose ma mi sento molto triste sono le ore 17,40 e devo abbandonare la terra Patria per un viaggio incognito e senza data del mio ritorno perché la nave a già dato il primo segnale col suo fischio tetro e commovente i marinai stanno levando il ponte e cosi ancora un’abbraccio a mio Fratello e balzo su la nave e rimango alla spalliera fissato su mio fratello per non lo perdere di vista tra la folla in panchina dato che sono quasi le 18, e sia è fatto gia scuro, ultimo segnale e l’alto parlante avverte che la nave sta per partire e infatti lentamente si all’ontana dalla panchina, mi sento strozzare alla gola da un nodo che non resisto e devo piangere non ostante che mio fratello mi grida (stai contento) e io le rispondo col pianto alla gola (pensa hai miei bambini) e intanto sempre più mi allontano senza mai perdere di vista mio Fratello che lo vedo in lontananza fermo immobile e commosso durante questa manovra di all’ontanamento cade una fitta pioggia e tengo l’impermeabile in testa oramai la marcia della nave è iniziata e non scorgiamo altro che il bagliore della costa e del Porto di Genova i miei amici si ritirano in gabina mentre io rimango ha osservare le luci e i bagliori della terra che tristemente ho abbandonato; intanto sono le ore 19 e ci chiamano alla cena quindi vado per prendere il posto al tavolo ma non tengo appetito sono avvilito e non mangio la sala si presenta elegante e il servizio sembra disciplinato e pulito, il vitto è discreto cosi dicono i miei compagni, il tempo per rendere libero il tavolo e di 40 minuti per dare posto ad altro turno. Abbandoniamo la sala da pranzo e ci ritiriamo in Gabina i miei compagni si coricano e presto si addormentano io non posso riposare assolutamente i pensieri mi affliggono e sono costretto ad alzarmi e andarmene a giro sul ponte in piena notte svagarmi e infatti trovo modo di svagarmi in quanto sono di fronte alle meraviglie della costa ligure cosi illuminata che è davvero incantevole penso quanto può essere bella in pieno sole e cosi arriviamo a Cannes.
Il viaggio
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