Una nuova mentalità

Il 17 agosto 1960 nacque il primo figlio Mario la prima grande gioia. Il piccolo laboratorio cominciò ad ingrandirsi, acquistai altri macchinari e avevo quattro dipendenti. L’undici febbraio 1966 arrivò una bella bambina Rosi Debbie la seconda gioia. Ai primi di luglio ricevemmo la notizia che mia madre aveva pochi giorni di vita. Andai in Italia la prima volta dopo nove anni, portai Debbie di un anno e mezzo e la prima bambina di mia sorella che aveva bisogno di una visita medica speciale. Mia madre superò la crisi e si riprese. Fui contenta di essere andata in Italia ma lasciai tanto delusa. Mio fratello aveva studiato col primario dell’ospedale, la mia famiglia poteva visitare mia madre a tutte le ore. […]

Dopo nove anni avevo campiata la mentalità. Un bel momento [mio fratello] mi chiese: Ma tu in Australia in quale ampiente vivi? Risposi: L’ampiente degli operai. Pensai tra di me: I poveri non li rispetta nessuno, un laureato trova tutte le porte aperte, ecc.

L’Australia ci aveva accolti come veri figli e non come stranieri. Non c’era differenza di classe, siamo tutti uguali. La legge è uguale per tutti. La società e ancora sana non ci sono gli imprognoni [imbroglioni, Ndr]. Marzo del 1969 nacque Angela Maria, terzo parto cesario. La famiglia era al completo. Avevamo tutto, la casa, la macchina, il lavoro la salute e tre figli sani e belli.

La scontentezza di mio marito aumentava sempre di più. Il lavoro lo opprimeva, non era abituato ai lavori duri, non voleva essere comandato dagli altri e tante altre lamentele. Il suo pensiero era alla fattoria di suo padre.