Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1952Data di ritorno
1958Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Vincenzo si trova da pochi giorni in Venezuela. Prima di partire da Amantea, è passato a salutare Fiorella, moglie di un suo amico che già da qualche tempo è emigrato in quel Paese; la donna gli ha affidato un importante incarico.
La prima domenica dopo il mio arrivo vennero a farmi visita alcuni compaesani che erano ansiosi di avere notizie dei loro familiari, del nostro paese e di quanto fosse accaduto in Italia durante la loro assenza. Parlai a lungo, soddisfacendo tutte le loro curiosità; a proposito di Amantea, dissi loro che era sempre bella come quando l’avevano lasciata, anche se il continuo abbandono da parte dei suoi figli stava rendendo triste e malinconica. Fui io poi, a chiedere notizie di un mio caro amico, Ilario, che era partito per il Venezuela già da qualche anno, ma, a questo riguardo, nessuno seppe dirmi nulla: non l’avevano visto e non sapevano dove fosse e cosa facesse.
“Lo scorso anno, a Natale”, presi a raccontare, “Sono andato a fare visita a sua moglie Fiorella che abita, con i bambini, alla periferia del paese. Faceva molto freddo. La neve, caduta nei giorni precedenti, aveva imbiancato il Monte Cocuzzo e le valli circostanti. Le strade erano ghiacciate e dalla fiumara spirava un vento gelido che mi arrossava le guance. Provai a bussare ma, dal momento che la porta era aperta, entrai in casa e mi guardai attorno: la stanza era fredda e tetra; il camino era spento e sembrava che non fosse stato acceso da giorni. Fiorella, scendendo dal piano superiore, si accorse di me e, salutandomi, cercò di nascondere con le mani i rattoppi sparsi sulla sua gonna.
“Ho portato delle frittelle fatte da mia madre”, dissi, porgendole un pacchetto. Lei sorrise mentre i bambini, attirati dal profumo dei dolci, si precipitavano verso il tavolo.
“Enzo”, mi disse, “ho sentito che parti anche tu per il Venezuela. Se dovessi incontrare Ilario ricordagli che la sua famiglia è qui e ha bisogno di lui”. Dopo averle assicurato che avrei cercato di rintracciare suo marito per informarlo dello stato in cui si trovava, me ne andai in fretta, quasi fuggendo, per non lasciarmi prendere dall’emozione. Era così triste sapere che quella giovane donna ai suoi figli avrebbero passato il Natale col camino spento, dimenticati da tutti!”. […]
Tanti uomini sono soggetti a “smarrimenti“, ma credo che la cosa importante sia rendersi conto dei propri sbagli e porvi rimedio, senza trascinare nel precipizio degli innocenti. Mi vengono ancora i brividi se ripenso le condizioni pietose in cui trovai Fiorella. Nei giorni seguenti mia madre mi disse che da anni la vedeva andare di buon mattino all’ufficio postale e ritornare sempre con un’aria delusa; forse sarebbero bastate poche righe per ridarle coraggio, ma per lei non c’erano mai lettere. Eppure, chi sa quante promesse aveva ricevuto da suo marito, al momento della partenza: che sarebbe stata informata di tutto ciò che gli accadeva; che non sarebbe mai stata costretta ad umiliarsi per guadagnarsi da vivere poiché avrebbe provveduto lui e loro bisogni: a sua moglie e i tuoi figli non sarebbe mancato mai nulla.
Tutte bugie! Tante bugie!
Il viaggio
Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1952Data di ritorno
1958Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Vincenzo Furgiuele
Uno che “ce l’ha fatta”
Avevo quasi vent’anni quando si diffuse la notizia del ritorno di Giulio, un tale che, anni...
Andare incontro al destino
Una sera a cena chiesi a mio padre: «Tà, mi lasci emigrare?» Lui mi guardò e...
“Partire è un po’ morire”
Durante il tragitto da casa alla stazione ferroviaria, che distava poche centinaia di metri, Enzo allungava...
Il marchio dell’emigrante
Era la prima volta che dormivo fuori casa e mi sentivo disorientato, ma soprattutto mi teneva...
“Venezuela, eccomi”
Erano le nove e trenta del ventidue marzo e l’”Auriga” procedeva a velocità ridottissima per fare...
Cercando “altro”
La massa degli emigranti si divideva in due categorie: la prima comprendeva coloro che non avevano...
Un’avventura sull’Orinoco
Venne il mese di maggio del 1957. Non sapevo come impiegare vantaggiosamente il mio tempo e...
“Portami un bacione all’Italia!”
Dopo quell’ultimo viaggio nella Gran Savana, che si era rivelato più disastroso del previsto, ero tornato...