Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1952Data di ritorno
1958Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Dopo vari lavori di ogni tipo – operaio, autotrasportatore, facchino all’aeroporto… – Vincenzo ha deciso di far ritorno a Caracas. Qui ha ritrovato un vecchio amico, Benito, originario di Vicenza, ma non un altro lavoro.
Venne il mese di maggio del 1957. Non sapevo come impiegare vantaggiosamente il mio tempo e mi sentivo particolarmente nervoso e irascibile.
Un giorno Benito mi chiese notizie particolareggiate riguardo all’entroterra venezuelano. Gli spiegai che era tutto da scoprire: in quelle zone avevo visto migliaia di ettari di territorio disabitato e incolto e piccoli paesi sparsi, lontani dal grado di civiltà a cui eravamo abituati. La gente sembrava essere disinteressata a tutto e non aspirare alla ricchezza: i soldi avevano poca importanza in quei luoghi.
Poi gli chiesi se aveva spirito di avventura e se era attratto dall’entroterra; mi rispose: “Vorrei andarci. Ho sentito dire che a Città Bolivar e nelle zone vicine vi sono tesori mai rinvenuti”. “Il Venezuela”, ripresi, “caro Benito, è una terra piena di tesori; ma è difficile impossessarsene, perché dove abbondano i tesori vi sono anche tanti pericoli”. “Eppure vorrei andarci”, ribatté Benito, “perché non vieni anche tu? Con un po’ di fortuna potremmo arricchirci”. […]
La mattina seguente Benito e io partimmo per l’entroterra. Dopo molte ore di viaggio in pullman, alle prime luci dell’alba giungemmo a Tigre, dove facemmo una sosta. Il paese, anche se piccolo, era conosciuto perché costituiva un nodo da cui era possibile prendere varie direzioni. […] Dal punto in cui eravamo si scorgeva la “grande Savana”, con la sua selva impenetrabile e i suoi misteri, meta di esploratori e avventurieri. Dopo qualche ora il pullman ripartì e giungemmo a metà mattinata alla foce dell’Orinoco, habitat delle temibili anaconde. Salimmo su un traghetto che in poco tempo attraversò il fiume in un punto ove il letto si restringeva formando una piccola ansa navigabile. Guardavo stupito l’immensa foresta intorno a noi, dove forse non aveva mai posato piede alcun uomo: una terra di nessuno. Benito, che intanto si era assopito per la stanchezza, si risvegliò e, trovandosi in mezzo a quella natura selvaggia, esclamò sgomento: “Ma dove siamo finiti?! […]
“Siamo sul fiume Orinoco”, risposi io, “Spinti dal desiderio di diventare ricchi seguendo una pista che spero possa condurci all’oro. […] Chissà quanti altri vorrebbero essere al nostro posto, in questa terra straordinario. Un giorno, forse, potremo raccontare ad altri la nostra avventura, magari ai nostri figli”.
“È vero”, rispose Benito, tranquillizzandosi. “Siamo noi i protagonisti di questa avventura, gli attori di questo spettacolo: Enzo da Amantea e Benito da Vicenza”.
Il viaggio
Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
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VenezuelaData di partenza
1952Data di ritorno
1958Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Vincenzo Furgiuele
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