Mestieri
casalingaLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
PerùData di partenza
1986Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
paesaggioTemi
paesaggioBeatrice De Carli, volontaria laica in missione in Perù negli anni Ottanta, racconta il suo arrivo a Yurimaguas, una città situata nella regione di Loreto, capoluogo della provincia di Alto Amazonas.
YURIMAGUAS ,12 febbraio-1987
Ripeto: YURIMAGUAS. Senza troppi rimpianti abbiamo lasciato Lima, stanchissimi, perché gli ultimi giorni sono stati abbastanza pesanti ed iniziava a fare caldo, dicono i Limegni, più degli altri anni: solitamente non si superano i 27°, quest’anno pare si siano superati i 29°/30°. Non è molto, però girare a far compere per la città con 29° di sicuro non senti freddo. Il viaggio è andato benissimo, è poco più di un’ora di volo. Abbiamo fatto scalo a Tarapoto, su cui ci siamo fermati più del solito prima di atterrare; perché come ci hanno spiegato: “il comandante della nave (non so se ho capito male io o hanno le idee confuse loro) avvisa i signori passeggeri che l’atterraggio viene ritardato perché la pista è occupata dalle vacche”. Cosi abbiamo aspettato che le vacche gentilmente traslocassero qualche metro più in là e poi giù….Pensavo ai nostri aereoporti, a tutti i muri e alle reti di protezione e mi veniva un po’ da ridere a vedere quel piazzale in mezzo ai campi.. Tarapoto è più grande di Yurimaguas. Dall’aereo si vedeva bene, sia la Sierra prima, che la selva dopo e vedere finalmente con i miei occhi la famosa selva mi ha fatto quasi piangere dalla commozione, non mi sembrava vero, mi sembrava ancora di vedere fotografie. Anche se avevo un gran sonno, non ha dormito un minuto. Sono riuscita perfino a vedere le capanne native o come quelle dei nativi. Al contrario di quanto pensassi; non è per niente piatta, è molto, collinosa, non per niente qui la gente, per dire che va nella selva, dice che va al “monte”. Ora capisco perchè: adesso i fiumi sono in piena e molte zone sono già allagate, peccato che avevo il finestrino molto rigato e opaco, se no avrei fatto foto… E’ bello, bello, bellissimo, come potrei spiegarvelo? È una terra che ti da da soffrire, certo, lo scopriremo sempre più andremo avanti, però è un prezzo che paghi non per niente; la natura qui ti offre tali e tante meraviglie che davvero vale la pena almeno di tentare di fartela amica. Lasciato il cielo grigiastro o comunque opaco di Lima, la prima cosa che mi ha colpito è l’intensità dell’azzurro del cielo ed il contrasto con le nuvole bianche. Ieri sera abbiamo fatto conoscenza con la luna amazzonica e mi ha lasciato a bocca aperta tanto era splendente: era quasi piena ed era talmente lucente che aveva i raggi, era luminosa quanto i lampioni della strada. A Canoapuerto senza lampioni, la notte sarà ancora più affascinante. Caldo? Zanzare? Un po’: il caldo non è eccessivo, anche perchè non dobbiamo lavorare e non ci sono problemi di acqua. Fa più caldo che a Lima, ma non saprei dire quanto: peccato che non ho portato un termometro. Ieri sera ho fatto conoscenza con le prime zanzare, ma erano poche e discrete, mi hanno lasciato dormire benissimo, come mai avevo dormito da che sono in Perù (mi sono alzata alle 11). Da noi d’estate ce n’è 1000 volte di più. Le conoscerò, ma è il solito discorso, mi preoccuperò al momento, buono, per ora mi sembra di fare una di quelle stupende vacanze da sogno, e fin che posso me la godo. A Lima mi sembrava di stare un gran bene, arrivata qui mi sembra di stare molto meglio, perchè a Lima il traffico era pazzesco. Sentire intorno gli uccellini cantare (ne ho visti di bellissimi) mi fa rinascere. Non ci pensavo, ma quando ieri mi sono sognata di essere in mezzo al traffico di Lima, mi sono resa conto che davvero era stressante. Ho visto anche delle farfalle molto belle. Ne ho fotografata’ una rossa e nera, così forse la vedrete. Le quote più alte del cielo sono invece riservate ai rapaci. Noi siamo ospitati in una casa di accoglienza del Vicariato, dove le ragazze hanno una stanza solo per loro.
Il viaggio
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