Mestieri
dirigenteLivello di scolarizzazione
Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1975Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Nel 1975 Ambrogio Vaghi, dirigente del Pci varesino, va in vacanza nella Germania dell’Est, seguendo uno dei frequenti programmi di scambio e conoscenza propiziati dai partiti comunisti dell’epoca. La meta della villeggiatura è Gabelbach, località termale immersa nella campagna tedesca a qualche chilometro da Ilmeau, in Turingia.
Partenza per Berlino su un Tupolev 134. Non c’è lusso né rifiniture come sugli aerei americani ma il servizio è buono. Prima caramelle, poi piccola colazione, poi cioccolata così lo stomaco già ammazzato da uno strudel preso a Vienna va a farsi benedire! Si sorvola la Cecoslovacchia si atterra dopo 50′ circa. Il tempo qui è fresco si vedono nuvoloni all’orizzonte. L’accoglienza qui è ufficiale con fiori e membri del CC del SED. Nella saletta dell’aeroporto veniamo accolti col solito spuntino e coi discorsi di saluto. Roasio risponde senza formalità, anzi quasi non risponde. Qui sono arrivati con noi 4 compagni austriaci e da Zurigo – Praga attendiamo 4 svizzeri poi partiremo insieme. Si scopre l’errore commesso per la mia valigia e comincia il dramma delle ricerche. Denuncia, telex, ecc. In albergo così andiamo tardi quasi alle 10.30 – con un’ora di ritardo. Vedo Berlino di sera e osservo il muro (che è poi un muretto come quello delle nostre recinzioni di fabbrica) che più che altro è un sistema di sicurezza.
L’albergo è del Partito. E’ bello nuovo. Sulla Sprea – in una zona tranquilla. Nella camera c’è tutto – quanto può servire e anche di più. E’ un piccolo appartamento con TV, radio, acqua, birra, frutta. C’è discretamente la busta con cartoline e marchi (400). Vado a letto pensando a casa e alla mia valigia… Scrivo a Elsa.
28 giugno : il risveglio avviene presto. Ho dormito naturalmente male sotto la piuma. Faceva caldo. Dalla finestra vedo la Sprea ed i lunghi convogli di merci che la percorrono, tra diecine, forse centinaia di pigri cigni e di sgambettanti anatre. Colazione (robusta) io mi contengo. Poi si parte alle 9.30 in in pulman per Gabelbach. Sono 5 ore di viaggio, previsto per circa 300 km. Il tempo è fresco e coperto. Tutto passa rapidamente. Si percorre un’autostrada. Si vedono campi e città Villaggi di case nere che quasi si confondono coi boschi. Grandi estensioni di patate e di segale. Facciamo due fermate per mangiare e riposare. Sul pulman abbiamo banane panini e da bere. Arriviamo a Gabelbach alle 14.30 e alle 15 siamo già a tavola. Il direttore ci presenta il collettivo delle cameriere ed il cuoco poi ci annuncia le regole della casa. Mangeremo alle 8.30, 12.30, 15, 18.30 Noi decidiamo che il caffè e il dolce delle 15 ci venga servito a fine pasto di mezzogiorno tanto per semplificare le cose. Comunque il bere e il mangiare a self service è a disposizione a tutte le ore! La mia camera è la 21. E’ un appartamento, corridoio, bagno grande almeno 3×4 e camera 4×5. Letto matrimoniale, altro divano letto, TV, radio, 2 poltrone tavolino, bottiglietta di acqua minerale, 2 pacchetti di sigarette, una scatola di cioccolatini. Non parliamo degli accessori. Tutto è lindo e tappezzato. Ho un grande balcone con tre finestre che guardano sul parco. L’edificio è un po’ tetro da fuori – tutto coperto di ardesia. Ci sono grandi sale per i divertimenti. I termosifoni sono accesi leggermente.
29 giugno – mi alzo con un po’ di peso alla testa, lo stomaco è bombardato dal cibo radicalmente cambiato e dai continui pasti ravvicinati. Oggi ho deciso di fare scelte e di mangiar meno (e anche di bere meno). Ho anche dormito così così sotto questo piumino che pare non darti fastidio ma poi ti svegli tutto sudato come in un forno. Controllo il mio bucato della sera. Bene anche gli slip son quasi asciutti: il calorifero del bagno è già molto caldo (fanno così al mattino per permettere forse di fare bene il bagno) e finisce per asciugarmeli del tutto. A tavola tutti puntuali alla prima colazione che è una mazzata. Io mangio “soltanto” un po’ di yogurt (qui lo servono in bicchierini da 5 dl ed è molto liquido) burro e marmellata, un uovo alla cok e caffè sporcato di latte. Chissà perché qui di latte ne danno poco.
Evito di assaggiare altra roba per non fare confusione… gastrica.
Coi modenesi i calabresi e il compagno Klaus facciamo una passeggiata. Il tempo è coperto ma è bene muoversi altrimenti non ci si salva più. Le strade nelle foreste sono ampie e segnalate. Saliamo al “panorama”. Neanche mezz’ora di strada e ci troviamo alla torre (Kickelhahnturm) riportata sulle cartoline. Vi convergono varie strade. Il guardiano ha anche un baretto. Saliamo sulla torre in cima. Il posto è bello ma non vediamo molto lontano a causa del maltempo. Vinco una disputa anche con Klaus. Affermo che ci troviamo a circa 900 mt. Tutti contestano poi scopriamo di essere esattamente a 862 alla base della torre! Vuol dire che nel nostro albergo saremo poco meno di 800 mt. Beviamo un liquore amaro e intanto quasi d’incanto giungono intere famiglie. Tutti entrano nel bar e incominciamo a mangiare salsiccie e a bere birra e bottiglie grandi di bibite varie. Altro che avere pancioni! nel ritorno ci fermiamo alla Jagdhaus (che poi è a 200 mt. dal nostro albergo) una casa-museo costruita per la caccia ma visitata con venerazione perché ci visse e lavorò Goethe. Il guardiano ci abita e ci fa da cicerone nelle sale. La casa è tenuta con una cura tutta teutonica. Pare che imbianchini e verniciatori siano usciti un’ora prima. Poche le cose di valore. Bene i mobili e parecchi trofei di caccia. Molti uccelli grandi.
Il viaggio
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