Mestieri
braccianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
BrasileData di partenza
1896Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Il lungo viaggio di Luigi Capellini e della sua famiglia, dalla provincia di Cremona al Sud America, sta per terminare.
4 novembre – siamo stati svegliati alle 3. Siamo saliti sul treno speciale e siamo partiti tutti in compagnia (4 famiglie unite) alle 4. Alle 7 arriviamo alla stazione di campinas . Il panorama lungo la linea e’ splendido. Vediamo i coloni al lavoro e gia’ l’invidiamo. Alla campinas bisogna cambiare treno . Scendiamo, ci mettiamo sotto il portico. Nessuno puo’ allontanarsi. Il padrone ci segna e ci sorveglia. I capi famiglia chiedono a lui denaro e pane. Ci portano un po’ di pane adducendo che bere vino e birra e’ proibito. Comprendemmo che era un padrone usuraio e percio’ cerchiamo se possiamo ancora andare con l’altro padrone. Il vecchio capi’ la mossa e avvicinatosi a noi ci disse : andate pure dove volete , sappiate pero’ che tutti i vostri bagagli sono diretti a me … Non c’era da obiettare, bisognava seguirlo. Alle 13 partimmo da campinas il treno passo’ in mezzo a foreste, a coltivazioni le piu’ belle, in mezzo al caffe’, a giardini , attraverso fiumi, tra un panorama da invidiare. Il treno fischia, sono le 17. Arriviamo alla stazione di consiilieiro martin francisco. Scendiamo stanchissimi. Una piccola stazione, 2 case , una capanna , un torchio , triste panorama, accanto alla casa aspetta un carro con 5 paia di buoi, una carrozzella denominata trolle con due muli. Il padrone ci invita amettere sul carro i piccoli bagagli ed i bambini ed i vecchi poiche’, egli dice, la fazenda e’ un po’ distante ci mettiamo in cammino chiaccherando “quand’e’ che potremo riprendere il treno pel ritorno”? Fatti pochi passi fummo sorpresi nel dover per forza guadare un fossato per proseguire la strada. Di fianco c’era una passerella di legno ma ben pochi vi passarono sopra. Salimmo un a collinetta , ci sedemmo sotto un albero di cotone , fuori da una capanna vediamo un negro , gli chiediamo da bere. Il negro prese un vaso di terra , scese in basso e venne a noi con l’acqua e con una tazza di latta arrugginita. Abbiamo sete , beviamo lo stesso quantunque in fondo al vaso si vedessero certi microbi. I giovani , ragazzi e ragazze , sono davanti e cantano ” la violetta ” , indietro il gruppo delle donne, degli uomini e dei piu’ vecchi. E’ piu’ di un’ora che camminiamo, siamo stanchi. Il conducente che e’ un negro che parla molto bene l’italiano , ci diceva che la fazenda era distante 5 chilometri , mentre ora afferma che “ci siamo quasi “. Il gruppo po’ indietro , a un bivio, ha sbagliato la strada. Il panorama si fa man man piu’ bello , piu’ gaio , attraversiamo le piantagioni dl caffe’. Commentiamo… Facciamo confronti. Siamo dei fortunati ? Il nostro avvenire e’ ancora un enigma. Vediamo una casetta sul fianco della strada , e’ una ” venda ” = bottega . Il padrone ha pagato 3 fiaschi di ” pinga ” = grappa. Il negro la beve come l’acqua , altri uomini lo imitano , io e le donne non ne vogliamo sapere. La strada e’ carreggiabile , mal tenuta , un’infinita’ di ceppi di legna ci rendono il cammino più pesante. Sentiamo il carro che e’ lontano perche’ manda un fischio tutto speciale ( qui i carri piu’ fischiano piu’ i carradori sono tenuti bravi) . Il sole comincia a scendere fra gli alberi , non ne possiamo più’. sono le 20 , scendiamo da un colle , vediamo la fazenda di fronte , il nostro cuore si rianima , siamo contenti.
Il viaggio
Mestieri
braccianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
BrasileData di partenza
1896Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Luigi Capellini
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