Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
frequenza scuola media inferiorePaesi di emigrazione
TunisiaPeriodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)A meno di un anno dal suo arrivo a Haifa, Arthur Journo, ebreo nato nella Tripoli italiana del primo dopoguerra, decide di lasciare Israele e l’esercito israelita nel quale si era arruolato. Vuole fare ritorno in Libia.
Ci vollero 9 lunghi mesi per riuscire a lasciare Israele e non fu cosa facile, eppure in teoria doveva essere semplice lasciare il paese. Poiché lo stato d’Israele non aveva speso nulla per la mia immigrazione, mentre quasi tutti gli altri arrivati a spese del Governo non potevano uscire, certo chi rimborsava tutte le spese subite dallo Stato poteva andarsene, ma la situazione non era florida sopratutto per chi aveva immigrato, era presso- ché impossibile trovare tanti soldi. Io invece potevo andarmene via quando mi pareva, ma come fare? … Il Governo al mio arrivo a Haifa mi ha tolto il passaporto e non me lo aveva più restituito, non sapevo nemmeno dove si trovasse. Quando feci la richiesta per partire i miei interlocutori mi dissero che se io potevo procurarmi un passaporto, loro mi concedevano il visto d’uscita, praticamente ero incastrato perché non avevo nessun documento di riconoscimento o di nazionalità. Comunque io avevo la possibilità di avere un passaporto francese per ottenerlo avevo bisogno dell’aiuto della mia famiglia, con la quale però non potevo comunicare, in quanto viveva a Tripoli, paese arabo e nemico d’Israele. Inoltre la censura militare israeliana strappava tutte quelle lettere che non erano a loro gradite. Per poter comunicare con la mia famiglia a Tripoli, eludendo la censura, ebbi un colpo straordinario di fortuna. Incontrai per puro caso un mio amico a Tel-Aviv, il Cap. Coen, questi volle salutarmi perché finalmente tornava in Italia perché non volle più rinnovare il suo contratto con lo Stato, io allora gli chiesi quale contratto poteva avere, egli mi rispose che lui non era ebreo e che [era] stato assoldato per la sua specializzazione e che per l’occasione gli diedero il nome di Coen, allora io gli chiesi di spedirmi dall’Italia una lettera indirizzata alla mia famiglia, in questa lettera scrissi a mio fratello Lillo di intervenire presso l’Ambasciatore di Francia a Tripoli per farmi rilasciare un passaporto Francese dall’ambasciata di Tel-Aviv perché non volevo più stare in Israele. Il mio amico prese la lettera e mi promise di spedirla a Tripoli non appena fosse arrivato in Italia.
Il viaggio
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