Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
1988Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Luisa conclude un viaggio nella Cina del 1989, dove le proteste degli studenti e le tensioni con la polizia sconsigliano di rimanere.
Finalmente arriviamo a Xi’an dove troviamo la figlia di Irma disperata; saputo dalla BBC dei fatti della Tian An Men, aveva trascorso il suo tempo a provare inutilmente a telefonare a Pechino. Anche a Scuola ormai non sapevano più che pensare temendo per noi il peggio e il Preside si struggeva di averci dato il permesso di partire. Il clima all’Università di Lingue Straniere dove abita Irma è di estrema tensione, le lezioni sono state sospese, gli stranieri vengono fatti evacuare dalle loro Ambasciate; per primi i belgi, poi gli americani, i francesi , i giapponesi, i tedeschi. Antonella ci avvisa che anche l’Ambasciata italiana ha chiamato per comunicare che un volo speciale partirà da Pechino diretto ad Hong Kong, ma lei ha deciso di restare col suo ragazzo cinese. A scuola cercano di convincerci a terminare l’anno scolastico, dato che man-ca ancora un mese alla fine delle lezioni, assicurandoci l’incolumità garantita dal Capo della Polizia stessa. Sappiamo che la città già da tre giorni è presidiata dalle truppe provenienti da est e da ovest in attesa dell’ordine di entrare a Xi’an e sulle nostre teste sentiamo girare giorno e notte elicotteri ed aerei. La città è ferma, apparentemente silenziosa, non si vedono militari in giro, ovunque gran-di caricature di Deng, ma i daze bao sui muri non compaiono più e la Polizia, mescolata tra la gente, controlla chi si ferma a leggere i vecchi manifesti. Da venerdi 9 giugno non riusciamo più ad avere notizia alcuna, anche il China Daily è stato zittito e i giornali non escono; chiudono gli hotel ed il personale viene rispedito a casa, le agenzie di viaggio non hanno più turisti, per ora nessuno lavora. Xi’an sembra una città fantasma; la circolazione dei mezzi pubblici è sospesa e su rare biciclette arrancano pochi lavoratori sfatti dal gran caldo. Ogni sera dopo il tramonto gli studenti sbarrano l’accesso al centro storico con autobus pubblici posti di traverso alle porte delle antiche mura consentendo il passaggio solo a bici e pedoni. Altoparlanti appesi alla Torre della Campana trasmettono per ore i discorsi pronunciati a Pechino dai leaders studenteschi, intercalati ai racconti degli scampati. Per ben due volte ho seguito la scia delle biciclette che, in un silenzio irreale rotto solo dal fruscio delle ruote, si snoda verso il centro della città; mi sembra che la mia presenza non crei problemi finché una sera un cinese furtivamente mi avvicina lanciandomi questo avvertimento “Lao Wei straniera, è troppo rischioso per te venire qui; dappertutto c’è la polizia in borghese e tu sai bene che non desidera che gli stranieri ascoltino fatti che non li riguardano. Resta a casa tua !”. Capisco che non è un semplice cittadino a darmi questo consiglio perciò seguo il suo consiglio desistendo dalle mie sortite. L’Ambasciata ci telefona con l’ordine di partire, se restiamo declina ogni responsabilità; che senso avrebbe ormai restare qui? e se poi chiudono le frontiere? Decidiamo di non andare a Hong Kong, ma di pendere le linee aeree con cui siamo venute e di cui abbiamo il biglietto di ritorno, 1’11 giugno ci prepariamo a lasciare Xi’an.
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
1988Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Luisa Chelotti
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