Mestieri
pittoreLivello di scolarizzazione
diploma scuola media inferiorePaesi di emigrazione
Brasile, ArgentinaData di partenza
1923Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
partenzaTemi
partenzaNel 1923, dopo la presa del potere da parte dei fascisti, Bacchelli parte per il Sud America. Il suo non è però un esilio politico, bensì una scelta di emigrare per motivi professionali e intimi.
Era appena trascorso un anno dalla presa di possesso del governo per parte dei fascisti, quando io partii dall’Italia per l’America del Sud. Le ragioni che mi portavano tanto lontano dal mio paese non avevano nulla a che fare con la politica. Fino a quel giorno io avevo potuto benissimo vivere, pensare, scrivere e lavorare completamente al di fuori d’ogni partecipazione diretta alla politica stessa: e per quanto la vita d’un cittadino non possa mai considerarsi assolutamente estranea a quella del suo paese; per quanto estraniarsene sia sempre o illusione o colpa; mi si conceda tuttavia che la pittura è professione tanto difficile, così in se stessa come per la difficoltà dei rapporti tra chi l’esercita e il resto del mondo, da giustificare, sia pure in parte, quella mia volontà d’isolamento: volontà scettica, basata soprattutto sulla sfiducia nei fatti d’allora e nei loro possibili sviluppi, nonché nell’impotenza mia di correggerli o d’oppormicisi in qualche modo. L’unica via da seguire era dunque quella di non crucciarsi più di quanto l’animo non portasse, come dice quell’antico motto di passiva e stanca sapienza italiana: di tempo e di signoria non ti dar malinconia. Il consiglio migliore consisteva nel dedicarmi al mio mestiere nella maniera più degna e piena che mi fosse possibile. Fino a quel giorno l’avevo potuto: e l’unico impegno d’ordine sociale e politico in cui m’ero trovato implicato (quello del fallito primo tentativo di costituzione d’un sindacato di pittori e scultori) non m’aveva legato, come ho detto, più che per qualche sera, durando troppo breve tempo per rappresentare sia pur solo una minaccia alla mia libertà di lavoro, di parola, d’atteggiamento o di pensiero. Partii per l’America del Sud, dove, dopo un periodo assai duro e povero di soddisfazioni trascorso in Brasile, ritrovai a Buenos Aires l’appoggio d’affettuosa comprensione che mi par tanto indispensabile a un pittore (o per dir meglio, indispensabile a me) per poter lavorare e produrre. Prima di trasferirmi dal Brasile in Argentina, mi fermai due mesi a Porto Alegre, ridente con le due bianche torri gemelle della sua cattedrale coloniale in vetta alla collina che si specchia sull’ampia, placida e molle laguna che ha i colori della madreperla.
Il viaggio
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