Mestieri
agronomo, fattore, allevatore, piccolo imprenditoreLivello di scolarizzazione
diplomaPaesi di emigrazione
BrasileData di partenza
1.1889Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Scrivendo al cognato Ugo, Diletto racconta la vita a bordo della nave che sta conducendo lui e la moglie Albina in Sud America.
Siamo insieme ad altri 5 giovani, dei quali uno è Bergamasco, uno Bolognese, uno Cremonese, uno Siciliano ed uno Piemontese; e poi 2 Signore, i quali tutti vanno a Buenos Aires, stiamo come in famiglia. Essi sono allegri e bravi ragazzi, due dei quali suonano il violino ed uno l’ocarina e così quasi tutte le sere andiamo sul ponte e ci divertiamo moltissimo.
A dormire io sto con questi e l’Albina con altre donne, però poco da me distante. Mangiamo benissimo, la mattina abbiamo 4 portate e la sera 6, essendo noi in prima classe; nonostante però è sempre un bastimento che lascia molto a desiderare il lusso ed il comodo, per cui credo che in quanto a dormire stia molto meglio il tuo cane. Ma poco mi curo di ciò. Conta che si scampi la pelle, ci rifaremo!!!
E voialtri come state? Chi sa quando potrò avere le vostre notizie. Intanto ti dirò che nel momento che ti scrivo è il 6 di febbraio a ora 2 della notte e costì in questo stesso momento avete le 6 di mattina; il termometro adesso qui segna 25 gradi di calore, benché si sia in mezzo all’acque. Dimani spero di scendere a S. Vincenzo, abbiamo costeggiato l’Affrica, tu vedessi che montagne! Poi abbiamo vedute le coste della Spagna e quindi abbiamo rasentato una regione chiamata Andalusia: si vedevano i panni tesi e certi bovi neri neri, che al nostro passaggio fuggivano impauriti; alla fine del viaggio ti descriverò meglio il tutto.
Questa lettera la farai ricopiare alle mie buone e care sorelline Diletta e Maria; chi sa in che ansia stanno; ma tu rassicurale accertandole che io sto bene e spero nelle loro orazioni e in quelle anche di Paolo, povero Paolino! Una copia la manderai al Babbo con l’unito bigliettino, una alla Lella che essa pure preghi per noi ed in ultimo ne invierai una anche ad Uranina col suo bigliettino che qui parimente t’accludo, dicendole che le scriverò lungamente dal posto.
Adesso sono le ore 6, 1/2, siamo prossimi a S. Vincenzo ma per ora non si scorge che una montagna di scogli pittoresca, ma arida quanto mai. Non posso prolungarmi, perché necessita che consegni la lettera, bensì state sicuri che noi stiamo benissimo e tutti qui a bordo stanno bene; solamente nei giorni passati è morto 2 bambini ed un uomo che era già malato allorquando imbarcò. Io sono in buona relazione con tutti gli ufficiali di bordo.
Teneteci in buona memoria, rammentateci agli amici più cari i quali saluterete con sommo affetto e mentre vi bacio mille volte insieme alle mie care sorelle Diletta e Maria, ti abbraccia affettuosamente il tuo per sempre
Aff. Mo Cognato e Fratello
Diletto Manzini
P.S. Ci viene detto che arriveremo il 20 del corrente, non dubitate se per un pezzo non riceverete lettere, poiché non toccheremo altri porti.
Il viaggio
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