Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
BelgioData di partenza
1951Data di ritorno
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Senza i riferimenti geografici del mondo in superficie, costretto a lavorare in un’aria calda e insana, il minatore escogita nuove coordinate e inventa ‘vie di fuga’.
L’orologio in mina è una cosa viva, amica indispensabile. Essere senza orologio è come essere sprovvisti della più piccola nozione di tempo, in quel buio così assoluto. Alla montre si parla, la si accarezza, e quando si guarda l’ora è sempre un avvenimento importante. Vuol dire ritrovare la vita e il movimento di qualcosa seppur meccanico che si muove. Guardare l’ora è un piccolo rito e come tale deve per forza avere i suoi preliminari. Si comincia a palparlo l’orologio e poi con la più studiata lentezza lo si disfa e si allarga con cura, si apre lo scatto della custodia, senza guardare; e poi mentalmente si cerca di indovinare l’ora. Io penso caro amico che l’ora sarà pressappoco questa e si spara un’ora. Naturalmente sempre inferiore a quella che veramente dovrebbe essere. E quando tutte le congetture sono finite si apre la custodia, convulsamente si posta l’ovatta e appare il bianco quadrante che ti dice sono le ore tali. Magari un’ora di più di come avevi pensato, e allora allegria. […] Caro vecchio Cyma quanti anni che stai con me e quante ne hai contate di giornate.
La mancanza d’acqua si fece subito sentire: non pensavo al mangiare, pensavo a fiumi, laghi e perfino al mare. Passai in rassegna tutti i torrenti con tanta brama che un po’ mi dissetavo con la fantasia. Sempre giù con la testa immersa. Pensavo alle fresche bibite, al braccio. Ahimè. Brutta la sete. Chi l’ha patita non la può scordare. La gola impastata di polvere, la lingua che s’attaccava al palato e il naso asciutto come quello di un cane pieno di cimurro. Ormai i condotti erano talmente secchi che la polvere mi arrivava in bocca secca. Blocchi e scagli li staccavo con le mani. Un impero per una cicca. Ecco il mistero delle cicche. Ecco perché si mangia tabacco. La gola è sempre bagnata e mai arida. E a me faceva schifo. Averla ora vorrei vedere io. Ed ero solo nel cuore della terra e non sapevo l’ora: il Cyma fermo e le ore passavano. E se il capo mi lasciava lì? Chi se ne accorgeva? Nessuno certo. Dio solo sa quanti anni era che nessuno passava più per una galleria così marcia fino all’inverosimile che appena toccavi il soffitto con la testa tutto veniva giù come in un’emorragia schifosa.
Il viaggio
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