Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1941Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Renato Colosi, italiano emigrato a Dessau in Germania nel 1941, riesce finalmente a stringere un legame di amicizia con un collega tedesco. Viene ospitato a casa sua e si sente accolto e rispettato. Una sensazione nuova, che si scontra con la forte ostilità che continua a percepire da parte del popolo tedesco nei confronti di quello italiano, nonostante l’alleanza politica e militare che lega i due popoli.
16/8/41/XIX
Domani sono invitato dal mio nuovo maestro per la seconda volta. È bella da parte sua questa amicizia offerta colla spontaneità del camerata ed io ne provo un infinito piacere. Questa mattina mi ha fatto capire con grandi gesti che in Africa ed in Russia i soldati Italiani e Tedeschi marciano fianco a fianco da buoni camerati e così anche sul lavoro si deve essere uniti e buoni camerati e Mussolini vedendoci io e tu buoni compagni stringersi la mano dirà: bello, bello! È vero Walter Knuz ma è anche vero che siamo ancora in pochi come te in Germania, purtroppo. In ogni modo se ci dovrà essere della buona iniziativa da ambo le parti, sappi mio buon =camerada= come dici tu, che l’italiano non si farà prendere, questo è certo. Domani porterò in quella casa ospitale ed amica un fiasco di vino che la mia patria lontana ci invia settimanalmente, sarà il mio modesto dono, cioè il mio modesto pensiero offrire un frutto della mia terra a questa gente di una terra amica.
18/8/41/XIX
Ieri sono andato da Walter Knust e sono stato ricevuto con infinita cordialità. O conosciuto la sua bambina più grande ed è come le altre tre una bella bambina, ma più di tutte mi piaciono le due gemelle che sono carine come due bambolotti. Mi è stato offerto il pranzo in maniera che mi piace ricordarlo perché molto diverso dalle nostre abitudini. Mi è stato dato un piatto di maccaroni asciutti e bianchi, cioè senza condimento né burro e in un altro piatto del coniglio con una gran quantità di sugo quasi bianco, ho visto il loro modo di mangiare e l’ho imitati nella seguente maniera: due cucchiai di maccaroni sulla bagna e quindi finiti questi altri due ecc. ecc. fino a ultimazione di una o delle due. Strano modo invero di mangiare la pastasciutta e senza formaggio per giunta, quindi è stato portato in tavola una trentina di mezze fette di pane tutte spalmate di burro e ripiene di pezzettini di lardo di forma quadrati le une con sangue di maiale e pasticcio di luganega fredda le altre, altre ancora con uno strado di erba verde tipo “Pesto” alla genovese ma molto, molto più insipido e meno piccante. Finito questo secondo piatto mi è stato dato del bodino dolce a tre colori discretamente passabile e il tutto accompagnato da acqua, caffè caldo e senza zucchero come del resto faccio da un mese alla mensa dello stabilimento, quindi per finale latte con cioccolato. Naturalmente è molto difficile soffrire di riscaldamento intestinale. Finito il pranzo abbiamo parlato a grandi gesti con mimiche talvolta di una levatura così comica da riderne tutti sfrenatamente. O fatto capire a Walter e signora il mio rammarico di trovare tanta freddezza nei tedeschi a nostro riguardo e certe sgarbatezze inescusabili per un buono camerata. In più le ho fatto capire che il capo reparto nostro ha agito da vigliacco facendomi lavorare molto e prendendosi lui il mio cottimo. Il buon ragazzone biondo era molto contrariato per il fatto purtroppo vero e mi ha fatto capire che il fascismo è molto più tempo che impera nell’Italia che il nazional socialismo nella Germania, di conseguenza vi sono ancora molti tedeschi, e specialmente a Dessau che sotto la camicia bruna nascondono la loro fede comunista. Se costoro venissero scoperti con giusta causa verrebbero fucilati, perciò non si può correre troppo verso costoro per punirli non essendovi altra punizione che la morte. Willy, mi ha detto: è un comunista e di conseguenza vede di malocchio tutti i fascisti Italiani. Ma adesso, ha concluso: ci penso io in avanti, e vedrai la lealtà e il vero cameratismo dei Tedeschi che anno fede in Itller; stretto la mano calorosamente. È davvero simpatico il modo col quale mi guardano questi modesti e buoni camerati Tedeschi ed io le sono vicino col cuore sinceramente. Più tardi ho cantato qualche canzone Italiana a mezza voce ed ho lasciato nei loro semplici cuori molta dolcezza e un infinito piacere. La signora Kunst, giovane 25 enne si affannava perché io parlassi la loro lingua e tra una risata e l’altra è venuta l’ora del commiato e come la prima volta mi anno accompagnato all’autobus molto cordialmente. =Hail Itlho — Hail Itlho Disceso in piazza del Municipio per prendere il tram che mi porta a quasi 500 metri dalla Junchers – Kalormieterbau mi è capitato un caso originale e avventuroso. C’era ressa di persone per prendere il tram e tra il pigia pigia involontariamente ho pigiato il mio piede su quello di una signorina che mi stava dietro. Subito mi sono voltato per scusarmi.
2/8/41/XIX Quest’oggi è stato la più brutta giornata quando siamo a Dessau, la più brutta dal lato morale e patriottico. Alle una ci anno invitato nel refettorio addobbato a festa, bandiere uncinate da tutte le parti, fiori, un busto di Adolfo Jthler e nemmeno la più piccola e microscopica bandiera Italiana. Ci danno l’impressione a noi italiani che qui a Dessau ignorino completamente che ci sia una nazione che combatte al loro fianco col sacrificio del sangue. Tutte le nazioni sconfitte erano rappresentate da nuclei di operai e operaie e nel bel mezzo una lunga tavola era gremita di 70 italiani già alquanto avviliti per la mancanza di cameratismo da parte dei nostri Alleati che non anno avuto la ben più minima idea di dimostrarci la loro fratellanza di armi con un qualsiasi particolare che ricordasse l’Italia. Musi lunghi tra noi Italiani, sorrisi di scherno tra i belgi, francesi, Polacchi, Russi ecc. Anche loro anno notato che non siamo calcolati niente e ne ridono ben sapendo (questa è la loro opinione) che un giorno vorranno mettere piede anche a Roma perché loro comandano il mondo e basta, e a noi questo dispiace immensamente anche perché a dimostrare il contrario è molto difficile. All’ingresso delle autorità Tedesche uno à intonato l’inno della Patria cantato ad alta voce da tutti i tedeschi, si aspettava il nostro inno ed invece nulla. Una festa in famiglia malgrado che ben 70 italiani presenziavano in forma ufficiale alla cerimonia. Lunghi discorsi in cui mai una volta si sia sentito la parola “Italia” mai, piuttosto questo abbiamo saputo dal nostro interprete e ci è molto dispiaciuto “…le nazioni che ieri ci erano nemiche oggi lavorano nelle nostre officine per la Vittoria” anno ricordato i nemici e si sono dimenticati gli amici. Potenza della verità di pensiero! Per finire inno cantato a viva voce, un capo officina ci ha invitato al triplice grido di esultanza per il grande Ithler e basta mentre tutti sfollavano un italiano dal grande cuore patriottico, Apettati Avanti un piccolo e intelligente camerata della terra di toscana, non ha potuto frenare l’offesa di noncuranza per la grande nazione alleata ed è scattato col grido: Heil Ithler — Viva Mussolini. Tutti gli italiani anno applaudito rossi in viso quasi vergognosi per aver subito la più grande offesa di fronte ai nemici di ieri e col cuore piccolo si sono uniti col pensiero alla patria lontana. “Bravo, aspettati Avanti, bravo. Tu piccolo cuore di una terra piena di eroi, ai fatto vedere a questi uomini di acciaio che malgrado l’eccitazione che ti ha preso d’impeto non ai trascurato come ospite di salutare per primo Ithler e unire poi per la prima volta da quando siamo in Germania, un inno che credo vale la pena di ricordare: = Mussolini. Tu ai insegnato a questi uomini d’armi la più perfetta cavalleria tra veri camerati ed io sono orgoglioso del tuo bel gesto e ti sono al fianco cameratescamente.
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